[vc_row][vc_column][vc_column_text]DEEPFAKE - Non è una sorpresa, la tecnologia porta con sé pregi e difetti. Spesso troviamo in essa un immenso appoggio per i nostri progetti, altrettanto spesso è usata da truffatori, hacker e altri malintenzionati. Ma nessuno si aspettava questo doppio risvolto dal deepfake. Se finora era usato sia come strumento bizzarro, a dir poco comico, e anche per rubare e screditare l’identità altrui, adesso ne deriva una professione di tutto rispetto. Ma allora come dovremmo vederlo? Giulio Falchi ci aiuta a capirlo.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]
[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Facciamo il punto: il deepfake è un algoritmo che rende possibile inserire l’immagine di un volto su un altro soggetto all’interno di foto e video. Così facendo, per esempio, il volto di una persona si troverà sul corpo di un’altra. E in pochi se ne renderebbero conto, perché il risultato è accuratissimo.
“Così bastano una decina/ventina di foto perché chiunque possa prendere la tua persona e fargli fare ciò che vuole. E la nostra immagine, che fine farebbe?” Giulio Falchi, UI per JWR.
Ecco il nodo più complicato per questa tecnologia. Il deepfake unisce una certa facilità d’uso all’ancor più grande facilità di screditare potenzialmente chiunque. Alcuni anni fa fecero scalpore due video elaborati ad hoc raffiguranti Il presidente del Regno Unito Boris Johnson e l’ex presidente americano Donald Trump. Solo alcuni dettagli sottilissimi lasciavano capire che erano dei deepfake.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]
[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Alt: quanto dice il titolo non significa che screditare persone è diventato un lavoro. Giulio Falchi, esperto di UI, ce lo dimostra con una notizia che porta con sé dell’incredibile. Per chi è fan di Star Wars, probabilmente conoscerà la recente serie tv “The Mandalorian”.
In questa serie appare il volto di un giovanissimo Luke Skywalker. Ma, essendo l’attore ormai quasi settantenne, il viso è ricostruito al computer: il risultato ha fatto molta critica.
A questo punto uno youtuber che si fa chiamare Shamook ha ricreato il volto della star del cinema attraverso il deepfake. Ciò che ha fatto batte il lavoro originale su tutta la linea.
“Convince così tanto che quel youtuber ha ricevuto un’offerta di lavoro dalla Lucasfilm, la casa produttrice di The Mandalorian. A questo punto dobbiamo chiederci: il deepfake è per forza un’arma contro la nostra identità?” Giulio Falchi, esperto di UI.
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