Un edificio abbandonato e fatiscente all’interno del Policlinico Umberto I di Roma si prepara a una nuova vita. Entro la primavera del 2027 diventerà un ambulatorio attrezzato, destinato esclusivamente all’attività in intramoenia dei medici del Policlinico. Si tratta del primo esempio, in ambito sanitario, di partenariato pubblico-privato (PPP) applicato alla libera professione ospedaliera.
Il percorso autorizzativo è stato completato e la gara europea verrà bandita entro l’inizio del 2026. L’azienda che si aggiudicherà l’appalto avrà dodici mesi di tempo per trasformare quello che oggi è solo uno scheletro privo di finestre e solai in una struttura moderna e completamente attrezzata.
“Oggi molti medici sono costretti a svolgere l’attività privata in strutture esterne”, ha spiegato a LaPresse il direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria, Fabrizio d’Alba. “Con questo progetto, i nostri professionisti potranno farlo nella loro struttura, con ambienti e tecnologie adeguati.”
La nuova struttura, infatti, sarà interamente dedicata alla libera professione, con spazi e apparecchiature all’avanguardia. Il tutto grazie a un accordo con un soggetto privato che finanzierà i lavori, fornirà i macchinari diagnostici e supporterà la gestione operativa.
Il contratto di concessione avrà una durata di 10 anni. Al termine, l’edificio e tutte le attrezzature passeranno gratuitamente all’ospedale. “Si tratta di un’opera che si pagherà da sola, grazie agli introiti generati dalla libera professione, e che alla fine rimarrà nel nostro patrimonio”, ha spiegato d’Alba.
Il modello adottato è quello del PPP, in cui il soggetto privato si assume il rischio imprenditoriale e realizza l’opera, mentre il pubblico definisce gli obiettivi, controlla l’attuazione e beneficia del risultato finale. In questo caso specifico, l’idea progettuale è nata proprio da un’iniziativa privata, valutata e approvata dalla direzione del Policlinico.
Secondo d’Alba, il vantaggio è duplice: “Il concessionario guadagnerà attraverso una componente variabile legata al volume di attività svolta, mentre l’amministrazione pubblica beneficerà di una quota dei ricavi. Un meccanismo virtuoso che oggi non esiste quando i medici operano fuori dalla struttura”.
Il progetto rappresenta un modello innovativo per ottimizzare le risorse pubbliche e valorizzare il patrimonio sanitario esistente. Un’opportunità concreta per rafforzare il legame tra professionisti e struttura ospedaliera, migliorando l’offerta per i cittadini e restituendo valore a uno spazio dimenticato.