Urban District, il nuovo quartiere green e inclusivo nel cuore sostenibile di Roma

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A sud di Roma, tra Laurentina e Cecchignola, prende forma Urban District, il più ambizioso progetto residenziale sostenibile della Capitale. Inserito nel cuore di Città Verde, il complesso rappresenta il tassello conclusivo di una visione urbanistica innovativa e inclusiva. Con le sue 225 unità abitative pronte entro il 2027 e 4.500 metri quadrati di spazi commerciali, Urban District punta a rivoluzionare il concetto di abitare in città, con un occhio attento alla sostenibilità ambientale e alla qualità della vita.

Un investimento da 40 milioni per un quartiere a impatto (quasi) zero

Con oltre 40 milioni di euro investiti, il progetto raggiungerà un valore stimato di 80 milioni di euro in immobili e infrastrutture. Ma i numeri più significativi sono quelli legati alla sostenibilità:

Un quartiere costruito per anticipare – e superare – gli standard della Direttiva UE "Casa Green", e che ha già ottenuto la certificazione GBC Home per tre edifici dello smart district, con l’obiettivo di ottenere anche quella GBC Quartieri.

Residenze flessibili, economia circolare e arte urbana

Il progetto architettonico firmato dall’impresa La Leva, guidata da Alessandro Guglielmi, integra soluzioni abitative personalizzabili, bilocali, trilocali e combinazioni modulari. Al piano strada sorgerà una galleria commerciale pensata per la prossimità e l’economia circolare, con spazi per farmacia, bar, ferramenta e altri servizi di vicinato.

Non solo funzionalità: Urban District sarà circondato da una passeggiata artistica ispirata al New European Bauhaus, a sottolineare l’unione tra estetica, sostenibilità e innovazione tecnologica. Le facciate degli edifici, rivestite in legno e vetro, rispecchiano il linguaggio di Città Verde, che fonde tradizione e contemporaneità.

Un quartiere per tutti, non solo per pochi

A rendere Urban District ancora più distintivo è la scelta etica in fase di vendita: mantenere prezzi accessibili, rinunciando a parte della marginalità per favorire l’inclusione e l’equità sociale, anche rispetto agli edifici più obsoleti della zona, sprovvisti di qualsiasi certificazione green.

Con Urban District, Roma compie un passo decisivo verso un modello urbano più accessibile, ecologico e innovativo, dove il benessere individuale si fonde con la responsabilità collettiva. Un esempio concreto di come si possa costruire – e vivere – una città diversa.

Lo Yacht Club di Monaco ottiene l’accreditamento RYA

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Il 24 giugno 2025, lo Yacht Club di Monaco (YCM) ha annunciato con orgoglio di aver ottenuto l'accreditamento ufficiale dalla Royal Yachting Association (RYA), l’organismo britannico di riferimento mondiale per la formazione nautica e gli sport acquatici. Un risultato di rilievo che consolida il ruolo del club monegasco come polo d’eccellenza per la preparazione dei professionisti del mare.

Lo Yacht Club di Monaco entra nel network RYA: riconoscimento internazionale per la formazione nautica

Ad annunciare la notizia è stato il presidente del club, Sua Altezza Reale il Principe Alberto II, durante il cocktail dei soci:

“Questo riconoscimento internazionale rafforza la qualità della nostra formazione a beneficio degli equipaggi professionisti e dei giovani della nostra sezione sportiva”.

L’accreditamento riguarda sia La Belle Classe Academy – il centro di formazione dello YCM – sia la sezione sportiva del club, ampliando così un’offerta già solida con nuovi corsi RYA come Dinghy Sailing e Personal Watercraft, affiancati ai corsi già attivi Powerboat Level I & II.

Formare i velisti di domani: il nuovo corso con standard internazionali

A guidare il programma formativo sarà Tiziano Massa, il primo allenatore del club certificato RYA Sailing Scheme Senior Instructor. Il corso intensivo di tre giorni si concentrerà sull’insegnamento delle abilità tecniche e marittime, sotto la supervisione di James Brooke, Capo Istruttore RYA presso lo YCM.

“Dopo aver viaggiato in tutto il mondo supervisionando corsi RYA, sono estremamente orgoglioso di far parte di questo eccezionale team”, ha commentato Brooke.

L’obiettivo del club è ambizioso: formare una nuova generazione di velisti, offrendo corsi disponibili tutto l’anno e pensati anche per i giovani grazie allo YCM Summer Yachting Camp. Quest’ultimo, in collaborazione con Seascope France, propone ai ragazzi tra i 16 e i 22 anni un’esperienza completa di introduzione alla nautica, con formazione teorica, pratica e certificazioni internazionali.

Monaco, capitale dello yachting avanzato

Il Direttore Generale e Segretario Generale dello YCM, Bernard d’Alessandri, ha evidenziato la portata strategica dell’iniziativa:

“La Belle Classe Academy continua a soddisfare le esigenze degli appassionati e dei professionisti della nautica, affermando la posizione di Monaco come riferimento globale della nautica sostenibile. Questa iniziativa è pienamente in linea con il nostro approccio collettivo ‘Monaco, capitale dello yachting avanzato’”.

Con questo nuovo traguardo, il Principato rafforza la sua posizione sul panorama nautico internazionale, diventando sempre più un punto di riferimento per una formazione d’eccellenza nel settore dello yachting e della vela.

Santa Vittoria: una comunità di persone tra creatività e ricerca 

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SANTA VITTORIA - Francesco Niccolai non avrebbe mai pensato che nella sua vita si sarebbe ritrovato a condurre un'azienda agricola importante. Però è stato così, e se all'inizio è stata una necessità dover condurre l'azienda agraria di famiglia, a seguito della improvvisa scomparsa del padre, alla fine, con Santa Vittoria, si è trattato del realizzarsi di una vera passione maturata nel tempo. Questo perché è rimasto affascinato da questo mondo in cui è vissuto da bambino e di cui ha saputo ritrovare i valori tra cui era cresciuto e innestarvi il suo amore per la ricerca, per lo studio e per la conoscenza. Questo in un settore in cui spesso è più importante il "come" che non il "perché" e Francesco  ha  voluto   coniugare tradizione ed innovazione.

Emilio Parati, il fratello e amico dai valori su cui ancora oggi si fonda Santa Vittoria

Francesco Niccolai è pienamente inserito nei valori di quella che era la vita di campagna, ove è vissuto negli anni successivi all'ultima guerra. Intorno a lui le persone  vivevano nei poderi a mezzadria, ma soprattutto avevano rapporti gratificanti tra persone ("ricordo che si lavorava cantando e si rideva spesso" ) che oggi ai più sembrano essere solo un  lontano mito. Ma non per il titolare di Santa Vittoria che ha voluto ricreare quella stessa aria anche nella sua attività presente ma non solo. Infatti ci ha detto di aver voluto ricreare un'azienda non con  la sola coltura di della vite ma con coltivazione anche di oliveti e di vari  seminativi e con ciò riproducendo i cicli lavorativi dei vecchi poderi che, oltre a garantire una biodiversità, assente nelle monocolture viticole,  aveva la insita saggezza di distribuire e quindi garantire il lavoro agli addetti per tutto l'arco dell'anno.

Il suo arrivo a Santa Vittoria nel 1980 è stato casuale, ma quando ha conosciuto oltre a l'amenità dei luoghi,  la qualità delle persone che vi lavoravano, ha deciso di rimanerevi.

Fino dai primi giorni in cui mette i piedi in azienda, c'è una figura che lo colpisce e che lo accompagnerà per  40 anni, si tratta di Emilio Parati un operaio che incarna e trasmette quei valori e miti dell'infanzia a cui Francesco, come Emilio,  è molto affezionato, e che al tempo stesso è un lavoratore molto competente, appassionato ed intelligente.

"La prima sera che venni a Santa Vittoria ed aspettai che tutti se ne fossero andati per rimanere a lungo in ufficio, quando stavo per andarmene mi accorsi che Emilio stava in piedi fuori della porta. Quando gli feci presente che poteva andarsene essendo ormai da tempo finito l'orario di lavoro, lui disse che voleva rimanere perché era lui che doveva chiudere il cancello della fattoria come aveva sempre fatto. Non gli ho mai chiesto perché per lui questo gesto fosse tanto importante ma da allora ha quasi sempre atteso che io lasciassi l'azienda prima di andarsene".

Questo è uno dei tanti aneddoti che Francesco ci ha raccontato quando siamo stati a visitare la sua cantina. Dalla sua voce e dalle sue parole traspariva tutta l'ammirazione per quell'uomo che non è stato un semplice collaboratore ma quasi un fratello con cui concordare tutte le decisioni per 40 anni, pur dandosi entrambi sempre del "lei".

Sottolineava Francesco che uno dei tanti meriti di Emilio è stato quello di aver trasferito agli altri operai e tecnici la passione e la serietà nel lavoro, facendo crescere la qualità personali e professionali degli altri in particolare di Claudio Guerrini che, introdotto giovanissimo  in azienda, è oggi il responsabile enologo e  svolge anche molti altri compiti, in base al principio in cui Francesco crede, che "è bene che tutti facciano tutto".

La ricerca e lo studio è alla base di Santa Vittoria

Per Francesco però non ci sono solamente i valori di una volta da conservare, ma da studioso quale è, ritiene importante sapere "perché" nell'agricoltura e nella enologia si seguono certe pratiche e certe operazioni agronomiche ed enologiche, perché solo conoscendo si possono introdurre cambiamenti.

Essendo impegnato in altre attività professionali, Francesco per molti anni ha messo piede a Santa Vittoria solo qualche ora e poche volte alla settimana (ma trascorrendo lì i fine settimana, perché la terra "per conoscerla bisogna pestarla") lasciando ad Emilio di guidare su tutto e confrontandosi,quasi tutte le sere, durante le consuete lunghe telefonate ove si faceva il consuntivo della giornata è il programma per i lavori dei giorni successivi, dopo aver visto le previsioni meteo al telegiornale di Rai 1 delle 20.

Eh sì perché Francesco, che  ha svolto l'attività di avvocato, si è costruito studiando le basi teoriche per poter gestire sia l'attività agricola che quella enologica, fino a frequentare i corsi di enologia all'Università di Bordeaux.

Persone, conoscenza, creatività e ricerca la ricetta per un buon prodotto

Le fondamenta della Fattoria Santa Vittoria si costruiscono su valori di buoni rapporti umani tra chi vi lavora e utopia agricola, fatta di esperienze tratte  dalla tradizione e dalla continua ricerca. A Santa Vittoria gli uomini non sentono il bisogno di scappare non appena si conclude l'orario di lavoro ma hanno il piacere di rimanere a parlare per condividere nuove idee e nuove esperienze o comunque per stare assieme.  A Santa Vittoria ognuno è invitato a dire la sua in relazione alle specifiche competenze ed è partendo dalle idee di ciascuno che si cerca di operare una sintesi, per cercare di risolvere i problemi, grandi e piccoli, che nell'azienda sorgono.

A Santa Vittoria si fa sperimentazione e ricerca di nuove pratiche agronomiche e di vini innovativi, fino dal campo sperimentale del 1992 quando, sotto la direttiva dell'Istituto di Viticoltura, furono piantate 30 nuove varietà di uve che, per 8 anni, furono microvinificate ed i risultati sottoposti a valutazione in incontri con esperti ed appassionati. 

Da 15 anni vengono programmate e condotte, con la collaborazione del CREA di Arezzo (Istituto di ricerca in viticoltura ed enologia), sperimentazioni di nuovi vini con uve meno note o processi enologici innovativi  ed ogni anno sono organizzati incontri con tecnici ed appassionati per la valutazione dei risultati delle microvinificazioni realizzate da Claudio. Tutti coloro che lavorano a Santa Vittoria sono sempre invitati. 

Oggi non si può più pensare di coltivare come si faceva una volta perché la meccanizzazione e le nuove conoscenze  di viticoltura ed enologia hanno fornito nuove opportunità, oltre al mutato gusto dei consumatori. Inoltre anche  i cambiamenti climatici stanno mettendo gli agricoltori a dura prova e costringono ad innovare.e cercare nuove soluzioni. Questa è la logica che ha spinto Santa Vittoria a fare ricerche sia sui vitigni minori tradizionali ma trascurati, che su uve nuove per il nostro territorio. È il caso del Pugnitello, questa uva era stata abbandonata anche per la sua scarsa produttività, ma Santa Vittoria ne ha valorizzato le ottime qualità enologiche  Inoltre Santa Vittoria ha sviluppato una tipologia di vini con uve attaccate da botrytis governandone gli effetti e con questo procedimento ho ottenuto interessanti e piacevolissimi vini.

In sostanza a Santa Vittoria con Francesco, Emilio, Claudio e  gli altri riteniamo che si sia realizzato un esempio di come una comunità di lavoro possa ottenere ottimi risultati quando lo spirito che li guida è la voglia di stare assieme e condividere tutti uno  scopo: provare piacere nel fare bene quello che si fa.

Pochi mesi fa Emilio è deceduto, lasciando il vuoto che si può immaginare. Marta figlia di Francesco, in ricordo ha realizzato il book fotografico che ha regalato agli amici di Emilio dal significativo titolo FRANCESCO, EMILIO E SANTA VITTORIA.

Imola fuori dal calendario F1 dal 2026: la decisione era nell’aria

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L’esclusione del Gran Premio di Imola dal calendario di Formula 1 a partire dal 2026 non è una sorpresa improvvisa, ma l’esito di una crisi annunciata. A confermare i segnali premonitori è una lettera del presidente e amministratore delegato di Formula One Group, Stefano Domenicali, inviata il 30 dicembre 2024 ai ministri Giancarlo Giorgetti, Matteo Salvini e Andrea Abodi, e visionata da LaPresse.

La questione ACI e il rischio per Monza

Pur non citando direttamente Imola, Domenicali nella missiva esprimeva forti preoccupazioni sul futuro del rapporto con l’Italia, soprattutto in merito alla gestione dell’Automobile Club d’Italia (ACI), commissariata il 3 marzo 2025 a seguito di un decreto della Presidenza del Consiglio. La situazione dell’ACI ha sollevato dubbi sulla capacità di garantire gli standard richiesti per ospitare un GP di F1.

Nella lettera, l’ex team principal della Ferrari sottolinea l’importanza di una relazione stabile con ACI, definita "punto di riferimento e garanzia di credibilità" per la F1 a livello internazionale. Domenicali evidenzia come la realizzazione di un Gran Premio richieda, oltre a risorse economiche, una capacità progettuale, gestionale e organizzativa affidabile. Il cambio al vertice dell’ACI rischia di compromettere tali garanzie.

Anche il futuro del GP di Monza, il cui contratto scade nel 2031, viene indirettamente messo in discussione. La pista brianzola necessita di urgenti lavori di ammodernamento, sinora gestiti dall’ex presidente Angelo Sticchi Damiani, estromesso proprio a seguito del commissariamento.

Commissariamento e elezioni ACI: un nodo politico

Attualmente l’ACI è sotto la guida del commissario straordinario Tullio Del Sette, ma la situazione potrebbe cambiare a breve. Il 9 luglio è in programma l’assemblea elettiva già fissata da Sticchi Damiani prima della sua rimozione, con Giuseppina Fusco e Geronimo La Russa – figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa – in corsa per la successione.

Un eventuale colpo di scena potrebbe arrivare il 19 giugno, quando il Consiglio di Stato si pronuncerà sulla sospensiva richiesta dall’ex presidente Sticchi Damiani, rieletto a larga maggioranza lo scorso ottobre per il quadriennio 2025-2028.

Drone show a Roma: BYD lancia la Dolphin Surf con uno spettacolo di luci sullo Stadio Olimpico

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Roma scrive una nuova pagina di spettacolo e tecnologia. Per la prima volta nella Capitale, centinaia di droni luminosi hanno danzato sopra lo Stadio Olimpico in una coreografia aerea mozzafiato. L’occasione è stata il lancio della nuova auto elettrica compatta e low cost BYD Dolphin Surf, presentata con un drone show aperto al pubblico che ha illuminato la notte romana con figure 3D, musica e messaggi di sostenibilità.

Il drone show: spettacolo tecnologico e sostenibile

Lo show, già molto diffuso in Asia, ha visto protagonista una gigantesca sagoma luminosa di un’automobile che ha attraversato simbolicamente i monumenti più iconici della città: dal Colosseo alla statua equestre di Marco Aurelio sul Campidoglio, fino alla Basilica di San Pietro. A chiudere lo spettacolo, le scritte “Join the green wave, BYD Dolphin Surf” e “Build Your Dreams”, il motto del colosso cinese.

La tecnologia utilizzata è UAV (Unmanned Aerial Vehicle), che consente il comando a distanza e la perfetta sincronizzazione dei droni per creare coreografie tridimensionali a centinaia di metri da terra, una versione moderna e silenziosa dei fuochi d’artificio.

Presentazione ufficiale e obiettivi di mercato

Lo spettacolo è stato l’epilogo del Dynamic Launch Event organizzato da BYD (Build Your Dreams) a Roma, con la partecipazione di influencer, esponenti del mondo dello spettacolo, giornalisti e imprenditori. A fare gli onori di casa, Stella Li, vicepresidente globale di BYD, e Alfredo Altavilla, special advisor per il mercato europeo.

Dolphin Surf: elettrica, compatta e accessibile

Con un prezzo di lancio inferiore ai 20.000 euro, la BYD Dolphin Surf si propone come l’auto ideale per chi non ha mai considerato un veicolo elettrico. Pensata per la mobilità urbana, vanta dimensioni compatte e una ricarica ultra rapida: dal 30% all’80% in soli 22 minuti grazie al fast charging.

Attualmente presente in 29 paesi, BYD punta a espandersi in altri 12 mercati entro la fine dell’anno, e con la Dolphin Surf ambisce a conquistare il mercato europeo, proponendosi come una valida alternativa ai brand storici nel settore dell’elettrico.

Giornata mondiale degli studi clinici 2025: Novo Nordisk accelera sulla ricerca in Italia

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In occasione della Giornata internazionale degli studi clinici, che si celebra il 20 maggio, Novo Nordisk rilancia il suo impegno strategico in Italia con una crescita superiore al 50% del numero di studi clinici entro il biennio 2025-2026. Al centro della ricerca: malattie croniche come obesità, diabete e patologie cardiovascolari, ma anche malattie rare e nuove aree terapeutiche come l’Alzheimer e le patologie epatiche.

L’Italia al centro della strategia globale di Novo Nordisk

razie all’apertura del Centro di Sviluppo Clinico (CDC) in Italia nel 2024, Novo Nordisk ha già coinvolto oltre 1.200 pazienti in 300 centri attivi. Un impegno che punta a raddoppiare nei prossimi mesi, rafforzando la posizione dell’Italia come Paese strategico per la ricerca clinica internazionale.

«Vogliamo rendere l’Italia ancora più attrattiva e competitiva nella ricerca clinica», afferma Amale Chalfoun, Clinical, Medical and Regulatory Director di Novo Nordisk Italia.

Un investimento in salute, innovazione e occupazione

L’espansione del programma di ricerca non è solo scientifica ma anche occupazionale: il team di Novo Nordisk Italia dedicato alla ricerca clinica ha visto un aumento del 100% del personale specializzato. Un segnale concreto del valore che l’azienda attribuisce a questo settore.

Ricerca clinica: una priorità anche per il Sistema Sanitario Nazionale

Nel Piano strategico del Ministero della Salute, la ricerca clinica è riconosciuta come pilastro della sanità pubblica. Favorire la collaborazione tra enti pubblici, privati e aziende farmaceutiche è essenziale per:

Progetto CARE: snellire le procedure per accelerare l’innovazione

Tra le iniziative più significative promosse da Novo Nordisk figura il progetto CARE – Clinical Advancement and Research Excellence, coordinato da un Comitato multidisciplinare permanente. L’obiettivo è rendere più efficienti i processi che regolano gli studi clinici, ottimizzandone efficacia e rapidità.

Novo Nordisk: “Un impegno a 360° per il futuro della ricerca”

«Il nostro è un impegno a 360°: vogliamo contribuire a una ricerca clinica sempre più all’avanguardia, sensibilizzando l’opinione pubblica e garantendo ai pazienti accesso rapido a terapie innovative», conclude Amale Chalfoun.

Nasce REFE Holding S.p.A.: un nuovo player strategico per il real estate italiano

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Il mercato immobiliare italiano si arricchisce di un nuovo attore istituzionale: REFE Holding S.p.A., guidata dall’Avv. Massimiliano Sammarco e da un team di esperti del settore. La nuova società punta su innovazione, governance e sostenibilità per valorizzare gli asset immobiliari con una visione di lungo periodo.

Un nuovo protagonista nella filiera immobiliare

È stata ufficialmente costituita REFE Holding S.p.A., una nuova società di partecipazioni che si propone come punto di riferimento strategico per la valorizzazione integrata degli asset immobiliari italiani. Il progetto nasce per rispondere alla crescente esigenza di modernizzazione del settore, puntando su governance di eccellenza, tecnologia e investimenti ESG-oriented.

Alla presidenza e alla guida operativa della holding è stato nominato l’Avv. Massimiliano Sammarco, tributarista internazionale con oltre vent’anni di esperienza tra Europa e Americhe. La sua carriera è contraddistinta dalla costruzione di best practice in ambito societario e da una visione manageriale orientata alla trasparenza e solidità finanziaria.

Governance, tecnologia e sostenibilità al centro della strategia

Le tre leve su cui punta REFE

La strategia di REFE Holding si articola attorno a tre pilastri fondamentali:

Come dichiarato dall’Avv. Sammarco:

«REFE nasce per mettere a sistema competenze complementari e capitali pazienti, con l’obiettivo di innalzare gli standard qualitativi, di trasparenza e di sostenibilità dell’intera filiera immobiliare».

Un team con esperienze consolidate

Chi sono i soci fondatori e i membri del CdA

Oltre all’Avv. Sammarco, tra i soci fondatori figurano:

Nel Consiglio di amministrazione siedono l’Avv. Carlo Pikler, a cui è affidata la delega all’area legale e sicurezza, e l’Avv. Edoardo Molinari, entrambi esperti riconosciuti in diritto immobiliare. Il loro compito sarà quello di assicurare compliance normativa e rafforzare la reputazione del gruppo a livello istituzionale.

Un hub per investitori e stakeholder del real estate

REFE Holding punta a diventare interlocutore unico per investitori istituzionali, amministratori e stakeholder, offrendo un modello che coniuga rigore metodologico, trasparenza e performance. Le operazioni della holding saranno rese note solo al momento del perfezionamento, per garantire riservatezza e tutela del vantaggio competitivo.

L’ambizione è chiara: riqualificare il settore immobiliare italiano, integrando competenze e tecnologie per creare valore reale e duraturo per le comunità, gli utilizzatori e i proprietari di asset.

Festa della Mamma 2025: 7 idee regalo Made in Italy

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Il modo migliore per dire “grazie” alla mamma? Un regalo che parli di bellezza, qualità e affetto. Per la Festa della Mamma 2025, scegli il valore del Made in Italy con queste 7 idee artigianali, autentiche e intramontabili.

1. BigBag – Una borsa con anima e radici italiane

BigBag è molto più di un accessorio: è un progetto etico, culturale e sostenibile nato a Milano. Ogni borsa è unica, realizzata con eccedenze tessili di pregio e confezionata da cooperative sociali italiane. Il design funzionale incontra la bellezza artigiana. Un gesto che celebra non solo una madre, ma anche un'idea di futuro più giusta.
🛒 bigbagmilano.com

2. Set colazione in ceramica

Tazze e piattini realizzati a mano da maestri ceramisti: un tocco di colore e tradizione per i suoi risvegli più dolci. Oppure se sei a Napoli o conti di portarci tua mamma presto regalagli l'esperienza presso un laboratorio, dove potrà decocare con le proprie mani oggetti di ceramica per uso quotidiano presso Casa Cometa.

3. Profumo artigianale di nicchia

Un’essenza esclusiva creata in laboratori italiani, con ingredienti naturali e packaging sostenibile. Un profumo unico come lei. Maison italiana specializzata in profumeria artistica Laboratorio Olfattivo offre frangaze con una storia sensoriale unica.

4. Sciarpa in cashmere rigenerato

Prodotta da aziende italiane che promuovono la circolarità, è un accessorio elegante, morbido e consapevole.

5. Cornice in legno d’olivo con foto personalizzata

Fatta a mano in Toscana, custodisce ricordi preziosi con un tocco rustico e raffinato. Ogni venatura racconta una storia.

6. Candela profumata in vetro di Murano

Realizzata con cera naturale e vetro soffiato veneziano: un oggetto decorativo e olfattivo, per momenti di relax autentici.

7. Portagioie in pelle conciata al vegetale

Un piccolo scrigno per custodire i suoi gioielli, fatto a mano da artigiani toscani. Elegante, pratico e 100% Made in Italy.

Monaco Energy Boat Challenge 2025: il futuro della nautica sostenibile prende il largo

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A luglio 2025, Monaco tornerà protagonista della transizione ecologica nei mari con la 12ª edizione della Monaco Energy Boat Challenge. Dal 1 al 6 luglio, lo Yacht Club de Monaco accoglierà oltre 30 team universitari e startup da 18 Paesi (destinati a superare quota 40), in una manifestazione che negli anni è diventata il punto di riferimento globale per la nautica a zero emissioni.

Supportata dalla Fondazione Principe Alberto II, da grandi nomi come BMW, UBS, SBM Offshore, e dai principali cantieri navali internazionali – tra cui Ferretti Group, Sanlorenzo, Azimut|Benetti Group, Oceanco e Lürssen – la Challenge si conferma un laboratorio vivo dove innovazione accademica e industria dialogano per dare forma alla mobilità marittima del futuro.

Grande novità: arriva la AI Class

L’edizione 2025 segnerà un cambio di passo con l’introduzione della AI Class, categoria dedicata a imbarcazioni autonome equipaggiate con intelligenza artificiale per la navigazione e la gestione energetica. “Dobbiamo ridefinire il nostro rapporto con il mare”, ha dichiarato Bernard d’Alessandri, segretario generale dello Yacht Club, sottolineando la missione educativa e sostenibile dell’evento.

Programma tra competizioni, conferenze e job forum

Oltre alle competizioni in acqua, la Monaco Energy Boat Challenge offrirà due giornate di conferenze di altissimo livello:

Grande spazio anche alla formazione: il Programma di Mentoring Aziendale e il Job Forum favoriranno l’incontro tra giovani ingegneri e imprese, con oltre 90 colloqui registrati nella precedente edizione.

Le quattro classi in gara e il premio all’innovazione

Le imbarcazioni in gara saranno suddivise in quattro classi:

In palio, anche quest’anno, il Sustainable Yachting Technology Award da 25.000 euro, assegnato nel 2024 al team del Politecnico di Milano per le loro celle a combustibile avanzate.

Monaco, capitale della transizione anche sul mare

Dopo l’E-Prix e le numerose iniziative green, il Principato si conferma all’avanguardia nella lotta ai cambiamenti climatici anche in ambito marittimo. Per una settimana, Monaco sarà il cuore pulsante della nautica del futuro.

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Da rudere a risorsa sanitaria: al Policlinico Umberto I nasce il primo ambulatorio pubblico-privato per la libera professione

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Un edificio abbandonato e fatiscente all’interno del Policlinico Umberto I di Roma si prepara a una nuova vita. Entro la primavera del 2027 diventerà un ambulatorio attrezzato, destinato esclusivamente all’attività in intramoenia dei medici del Policlinico. Si tratta del primo esempio, in ambito sanitario, di partenariato pubblico-privato (PPP) applicato alla libera professione ospedaliera.

Gara europea in arrivo: in un anno via ai lavori

Il percorso autorizzativo è stato completato e la gara europea verrà bandita entro l’inizio del 2026. L’azienda che si aggiudicherà l’appalto avrà dodici mesi di tempo per trasformare quello che oggi è solo uno scheletro privo di finestre e solai in una struttura moderna e completamente attrezzata.

Un nuovo spazio per l’intramoenia “a casa propria”

“Oggi molti medici sono costretti a svolgere l’attività privata in strutture esterne”, ha spiegato a LaPresse il direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria, Fabrizio d’Alba. “Con questo progetto, i nostri professionisti potranno farlo nella loro struttura, con ambienti e tecnologie adeguati.”

La nuova struttura, infatti, sarà interamente dedicata alla libera professione, con spazi e apparecchiature all’avanguardia. Il tutto grazie a un accordo con un soggetto privato che finanzierà i lavori, fornirà i macchinari diagnostici e supporterà la gestione operativa.

Un investimento che diventa patrimonio pubblico

Il contratto di concessione avrà una durata di 10 anni. Al termine, l’edificio e tutte le attrezzature passeranno gratuitamente all’ospedale. “Si tratta di un’opera che si pagherà da sola, grazie agli introiti generati dalla libera professione, e che alla fine rimarrà nel nostro patrimonio”, ha spiegato d’Alba.

Il ruolo del Partenariato Pubblico-Privato

Il modello adottato è quello del PPP, in cui il soggetto privato si assume il rischio imprenditoriale e realizza l’opera, mentre il pubblico definisce gli obiettivi, controlla l’attuazione e beneficia del risultato finale. In questo caso specifico, l’idea progettuale è nata proprio da un’iniziativa privata, valutata e approvata dalla direzione del Policlinico.

Ricavi condivisi e vantaggi per entrambi i partner

Secondo d’Alba, il vantaggio è duplice: “Il concessionario guadagnerà attraverso una componente variabile legata al volume di attività svolta, mentre l’amministrazione pubblica beneficerà di una quota dei ricavi. Un meccanismo virtuoso che oggi non esiste quando i medici operano fuori dalla struttura”.

Una nuova visione per la sanità pubblica

Il progetto rappresenta un modello innovativo per ottimizzare le risorse pubbliche e valorizzare il patrimonio sanitario esistente. Un’opportunità concreta per rafforzare il legame tra professionisti e struttura ospedaliera, migliorando l’offerta per i cittadini e restituendo valore a uno spazio dimenticato.