In questi giorni in Italia si sta svolgendo l'esame di maturità, noto anche come esame di stato o diploma di scuola superiore, sostenuto dagli studenti italiani che completano il ciclo di istruzione secondaria superiore. L’esame è composto da diverse prove che valutano le competenze e le conoscenze acquisite durante il percorso di studi. Le principali componenti dell'esame sono due prove scritte, una orale i cui posteggi vanno a sommarsi ai crediti acquisiti con il percorso di studi per creare il voto finale. La prima prova riguarda Italiano e propone varie tracce tra cui gli studenti devono scegliere. Agli studenti normali quest’anno si è aggiunto anche ChatGPT a cui è stato chiesto di svolgere una delle tracce della prima prima.
Una delle tracce della prima prova 2023 recita:
Testo tratto da Marco Belpoliti, Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp
“Non sappiamo più attendere. Tutto è diventato istantaneo in tempo reale come si è cominciato a dire da qualche anno. La parola chiave è “Simultaneo”. Scrivo una mail e attendo la risposta immediata. Se non m’arriva mi infastidisco: perché non risponde? Lo scambio epistolare in passato era il luogo del tempo differito. Le buste andavano e arrivavano in tempi lenti, Per non dire poi dei sistemi di messaggi istantanei cui ricorriamo: WhatsApp. Botta e risposta. Eppure tutto intorno a noi sembra segnato dall’attesa: la gestazione, l’adolescenza, l’età adulta. C’è un tempo per ogni cosa e non è mai un tempo immediato (…).
Chi ha oggi tempo di attendere e di sopportare la noia? Tutto e subito. È evidente che la tecnologia ha avuto un ruolo fondamentale nel ridurre i tempi di attesa, o almeno a farci credere che sia sempre possibile farlo. Certo a partire dall’inizio del XIX secolo tutto è andato sempre più di fretta. L'efficienza compulsiva è diventata uno dei tratti della psicologia degli individui. Chi vuole aspettare, o, peggio ancora, perdere tempo? (…). Eppure ci sono ancora tanti tempi morti: “Si prega di attendere” è la risposta che danno i numeri telefonici che componiamo quasi ogni giorno.
Aspettiamo nelle stazioni, negli aeroporti, agli sportelli, sia quelli reali che virtuali. Attendiamo sempre eppure non lo sappiamo più fare. Come minimo ci innervosiamo. L’attesa provoca persino rancore. Pensiamo: non si può fare più velocemente?”
Nell’articolo di Marco Belpoliti viene messo in evidenza un atteggiamento oggi molto comune: il non sapere attendere, il volere tutto subito.
A partire dal testo proposto e traendo spunto dalle tue esperienze, dalle tue conoscenze, e dalle tue letture, rifletti su quale valore possa avere l’attesa nella società del “tempo reale”.
Puoi articolare il tuo elaborato in paragrafi opportunamente titolati e presentarlo con un titolo complessivo che ne esprima sinteticamente il risultato”.
È stato chiesto a Chat GPT di elaborare questo tema. Questo è ciò che ha proposto.
Nell'articolo "Elogio dell'attesa nell'era di WhatsApp" di Marco Belpoliti, viene affrontato un tema attuale e rilevante: la nostra incapacità di attendere e la tendenza a volere tutto immediatamente. In un'epoca dominata dall'istante e dalla velocità, l'attesa sembra essere diventata un'esperienza sempre più estranea e scomoda. Tuttavia, l'attesa conserva un valore significativo nella società del "tempo reale".
Nel passato, le corrispondenze epistolari richiedevano tempo per essere scritte, inviate e consegnate. Questo tempo differito permetteva alle persone di riflettere e di approfondire i contenuti delle loro comunicazioni. L'attesa era un elemento fondamentale nella costruzione delle relazioni, creando una dimensione di curiosità, intimità e mistero. Nell'era digitale, invece, ci aspettiamo risposte immediate e spesso trascuriamo la profondità e l'attenzione che il tempo differito può offrire.
L'attesa ci sfida a vivere nel momento presente, piuttosto che essere costantemente proiettati nel futuro. Quando tutto è accessibile istantaneamente, rischiamo di perdere la capacità di apprezzare ciò che abbiamo qui e ora. L'attesa può insegnarci a rallentare, ad essere consapevoli delle nostre emozioni e a godere delle piccole gioie che la vita quotidiana ci offre.
L'attesa può essere un'opportunità per la crescita personale. Durante il periodo di attesa, possiamo sviluppare la pazienza, imparare a gestire l'incertezza e adattarci ai tempi delle situazioni. Questa capacità di attesa può influire positivamente su diversi aspetti della nostra vita, inclusi i rapporti interpersonali, la carriera e il benessere mentale.
L'attesa può favorire la creatività e la riflessione. Quando siamo costretti a rallentare e ad aspettare, abbiamo la possibilità di esplorare i nostri pensieri, elaborare idee e stimolare la nostra immaginazione. L'attesa può essere un momento di silenzio e di connessione con noi stessi, permettendoci di esplorare nuove prospettive e di approfondire la nostra comprensione del mondo.
L'attesa ci ricollega al ritmo naturale delle cose. Nella società moderna, spesso siamo indotti a credere che tutto debba essere immediato e veloce. L'attesa ci ricorda che ci sono processi naturali che richiedono tempo e che la fretta può impedirci di cogliere appieno la bellezza e la complessità della vita.
In conclusione, l'attesa svolge ancora un ruolo importante nella società del "tempo reale". Nonostante la tecnologia ci abbia abituato all'istantaneità, l'attesa può offrire preziose opportunità di crescita personale, di riflessione, di connessione con il presente e di riconnessione con il ritmo naturale delle cose. Imparare a gestire l'attesa in modo consapevole e ad apprezzare il valore che essa porta con sé può arricchire la nostra vita e favorire una migliore comprensione di noi stessi e del mondo che ci circonda”,
L’elaborato della chat bot è stato sottoposto alla correzione da parte del professore di Lettere e Filosofia del Liceo Scientifico F. Vercelli di Asti, Alberto Banaudi. Il docente ha dichiarato:
"Se me lo fossi trovato nel mucchio di fogli protocollo non so se sarei riuscito a riconoscere le tracce artificiali. Sicuramente avrei pensato: o è una macchina o un ragazzo che assomiglia molto a una macchina. Si vede che non capisce quale sia il valore o il dramma dell’attesa.
Il tema chiede di riflettere sul tema dell’attesa, e lui l’ha svolto in maniera dignitosa, poco originale e ripetitiva. Vede solo gli aspetti positivi, quindi affronta la tematica in modo piatto e soprattutto non va a fondo nelle cause. Poteva collegarlo a un concetto di futuro incerto dei giovani, ma anche fare dei riferimenti alla cultura consumista che innesca dinamiche del tutto e subito. Ma manca poi soprattutto un discorso sui tratti esistenziali del problema, e su quali possono essere per esempio le conseguenze relazionali del non saper più attendere”.
Dopo queste considerazioni Banaudi ha assegnato a Chat GPT una votazione di 12 su 20.