Horda Brand e 'Orange Talk': una collaborazione che unisce moda, musica e cultura urbana

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In un mondo in cui la moda e la cultura urbana si intrecciano sempre più strettamente, le collaborazioni tra brand e creatori di contenuti stanno diventando un veicolo potente per diffondere valori autentici. In questa intervista, Horda Brand, un punto di riferimento nel panorama streetwear italiano, ci racconta come è nata la collaborazione con il podcast "Orange Talk", condotto dal leggendario rapper Inoki, e come questa partnership rappresenti un'opportunità unica per connettersi con un pubblico sempre più attento e appassionato. Dalla musica all'arte, passando per il sociale, Horda Brand esplora nuovi modi di lasciare un impatto duraturo attraverso progetti innovativi e collaborazioni strategiche.

Come è nata l'idea di collaborare con "Orange Talk" e cosa vi ha spinto a diventare main sponsor del podcast per la stagione invernale 2024?

La collaborazione con "Orange Talk" è nata in modo abbastanza naturale. Stavamo cercando un modo autentico e fresco per aumentare la visibilità del nostro brand e ci è sembrato che il podcast, con la sua capacità di creare una connessione diretta con il pubblico, fosse la piattaforma ideale. Inoki, come figura centrale del podcast, rappresenta un'icona della cultura urban, e la sua influenza ci offre un'opportunità unica di far conoscere i nostri prodotti in modo organico, puntata dopo puntata. Essere main sponsor della stagione invernale 2024 ci consente di essere presenti in ogni episodio, garantendo una visibilità costante al nostro marchio.

"Orange Talk" unisce musica e conversazioni autentiche su temi importanti. Come si allinea questa visione con i valori di Horda Brand Streetwear?

Horda Brand ha sempre voluto essere più di un semplice marchio di moda. Abbiamo una visione che abbraccia la cultura a 360 gradi: non solo moda, ma anche musica, arte e impegno sociale. "Orange Talk" incarna perfettamente questa filosofia, creando uno spazio dove si possono discutere temi significativi attraverso il filtro della cultura urbana. La nostra missione è quella di essere inclusivi, aperti a tutti, e riteniamo che l'autenticità del podcast rispecchi esattamente questi valori. La moda streetwear non è solo estetica, ma un mezzo per esprimere idee e appartenenza, e "Orange Talk" ci permette di rafforzare questo messaggio.

Il conduttore del podcast, Inoki, è una figura emblematica del rap italiano. Che impatto ha avuto la sua musica e il suo messaggio sul vostro brand e sulla cultura streetwear in generale?

Inoki ha avuto un impatto profondo sulla cultura streetwear, specialmente nei suoi primi anni di carriera. Il suo messaggio di ribellione e autenticità è stato fondamentale per molti giovani che si sono avvicinati a questo mondo. Oggi, anche se la scena musicale è cambiata, il suo ruolo rimane importante grazie alla sua capacità di adattarsi e reinventarsi. Attraverso il podcast, Inoki dimostra di essere non solo un rapper, ma anche un abile comunicatore, capace di intrattenere e stimolare riflessioni. Per quanto riguarda Horda Brand, pur non essendo la musica di Inoki direttamente legata al nostro stile, apprezziamo la sua coerenza e il suo impegno nel rappresentare una voce della cultura urban, che è una parte integrante del nostro DNA.

Cosa vi aspettate da questa collaborazione? Avete in programma delle iniziative speciali o prodotti in edizione limitata legati al podcast?

Abbiamo già alcuni prodotti che nascono dalla collaborazione con "Orange Talk", e stiamo valutando la possibilità di ampliare l'offerta in futuro con edizioni limitate legate al podcast. Tuttavia, il nostro obiettivo principale con questa partnership è quello di aumentare la visibilità del brand e farci conoscere da un pubblico sempre più ampio e attento alla cultura streetwear. Non si tratta solo di vendere capi, ma di creare un legame autentico con la nostra audience attraverso contenuti che risuonano con i loro interessi e passioni.

Il podcast mira a lasciare gli ascoltatori ispirati e riflessivi. In che modo Horda Brand vuole sfruttare questa opportunità per creare un legame più profondo con il proprio pubblico?

Per noi, moda significa molto di più di semplice business. Horda Brand è un'espressione creativa che vuole ispirare il pubblico attraverso i suoi prodotti e i valori che questi trasmettono. Collaborando con "Orange Talk", abbiamo l'opportunità di mostrare che anche un marchio streetwear può essere portatore di messaggi significativi. Vogliamo che il nostro pubblico si senta parte di qualcosa di più grande, che veda in noi non solo un brand da indossare, ma una realtà con cui condividere ideali e passioni. Questa partnership ci permette di entrare nelle vite delle persone non solo attraverso ciò che indossano, ma anche attraverso ciò che ascoltano e riflettono.

Oltre a "Orange Talk", avete altre collaborazioni in cantiere o progetti futuri che possano combinare la cultura musicale con quella del vostro brand?

Assolutamente sì. Al momento, siamo già impegnati in diverse collaborazioni, come con Bazy Gang, un giovane tiktoker, e Mondorama, un influencer molto attivo nel mondo social. Ma non ci fermiamo qui. Stiamo anche lavorando con artisti emergenti del panorama rap, trap e hip hop. Questi progetti ci permettono di rimanere sempre connessi alle nuove generazioni e di esplorare nuove forme di espressione che si sposano con la nostra visione del mondo streetwear. La musica e la moda sono due facce della stessa medaglia, entrambe parte di una cultura che è in continua evoluzione, e Horda Brand vuole essere in prima linea in questa trasformazione.

Moda streetwear ecosostenibile: il lavoro di Tommaso e Lorenzo con Horda Brand

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Nel panorama dell'abbigliamento streetwear, Horda Brand emerge come un faro di originalità e qualità. Ispirandosi allo stile old school e combinandolo con un tocco moderno, Horda crea capi unici che non solo rispettano la tradizione, ma spingono anche i confini del design contemporaneo. Ogni pezzo è meticolosamente progettato e disegnato a mano, garantendo una personalità distintiva e inimitabile. Il brand è guidato da Tommaso Landi e Lorenzo Capaccioli, con i quali abbiamo parlato.

Cosa vi ha ispirato a fondare un brand di streetwear ecosostenibile?

La voglia di creare qualcosa di diverso ed in linea con il rispetto dell’ambiente. Si sentono troppe cose su chi lavora senza il rispetto dell’ambiente e dei lavoratori; bisogna fare un passo indietro, e ragionare meno in maniera fast fashion, in cui qualità, rispetto dei lavoratori e politiche ambientali non vengono tenute di conto.

C'è stato un evento specifico o una riflessione personale che ha acceso la scintilla?

La scintilla sta nel fatto di dare al cliente finale un prodotto di qualità, durevole nel tempo con un'immagine fresca e giovane.

Quali sono state le sfide principali che avete affrontato nel lanciare un marchio sostenibile, rispetto a uno tradizionale?

La sfida principale è quella di far percepire al cliente finale che il nostro prodotto è totalmente naturale, che rispetta l’ambiente e che di conseguenza ha un costo leggermente maggiore.

Qual è il vostro approccio alla moda circolare? Offrite soluzioni per il riciclaggio o il riutilizzo dei capi una volta che non sono più utilizzati?

Più che moda circolare, parlerei di moda duratura. Il nostro capo essendo di qualità  ha una “vita” più prolungata rispetto a quelli del fast fashion, per cui rimarrà maggiormente nell’armadio del cliente.

Un nostro capo può comunque essere inserito in percorsi di riciclaggio, tramite il così detto vintage, in quanto dopo il primo utilizzatore, nel caso in cui non lo volesse più nel suo armadio, potrebbe essere utilizzato e commercializzato successivamente.

Come riuscite a mantenere un equilibrio tra l’estetica streetwear e i principi di sostenibilità? È stato difficile coniugare questi due aspetti?

Facciamo cose semplici, anche perché capì troppo articolati potrebbero concernere degli sprechi. L’estetica è data dal modello del capo e dalla sua grafica originale.

Collaborate con altre aziende o organizzazioni per promuovere la sostenibilità? Se sì, ci potete raccontare qualcosa di più su queste partnership?

Utilizziamo dei cartellini che sono delle piante: non finiranno dentro il cestino, ma verranno sbriciolate, annaffiate e piantate.

Che consiglio dareste ad altri giovani imprenditori che desiderano avviare un'attività sostenibile nel settore della moda? Quali sono le lezioni più importanti che avete imparato finora?

La sostenibilità sarà il futuro, forse in Italia non siamo pronti ancora a percepirla ma fra qualche anno sarà fondamentale. La qualità alla fine paga.

Potete trovare la nuova collezione di Horda Brand qui - Horda Brand Streetwear

Romina Marovelli, l'anima dietro al Caseificio Marovelli e alle Smellwalks

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Abbiamo avuto il piacere di parlare con una donna straordinaria, una vera e propria icona della creatività e del gusto: Romina Marovelli. Figura poliedrica: è sommelier, ceramista, esperta di turismo e volto dietro al rinomato Caseificio Marovelli. Un nome che risuona da generazioni nel cuore della Garfagnana, precisamente a Vibbiana, borgo inserito tra le 20 meravigliose Biosfere Mab UNESCO Italiane, in Toscana. Oggi ci porta a scoprire questo territorio tramite le Smellwalks, passeggiate olfattive ispirate all’opera di Proust.

Ci racconti qualcosa del tuo coinvolgimento con il Caseificio Marovelli e il tuo impegno nel portare avanti questa tradizione insieme alla tua famiglia?

Il Caseificio Marovelli occupa un posto speciale nel mio cuore, è parte integrante della mia vita. Crescere all'interno di questo ambiente è un'esperienza formativa unica. Trasformare il latte in un prodotto è affascinante è un arte che si integra, si interseca con la mia passione per l'accoglienza, tema che ha contraddistinto tutto il mio percorso scolastico. L'accoglienza è condividere, raccontare, narrare il know-how artistico dei personaggi che lo rendono unico e impreziosito da consigli di abbinamento.

L’attività di Sommelier e recentemente varie lettura, mi hanno fatto emergere l’utilità del senso dell’olfatto, ho rivalutato l'importanza dell'olfatto nel nostro lavoro e ho deciso di concentrare le mie energie su questa straordinaria sensazione. 

Parliamo di Smellwalks. Da dove nasce questa affascinante idea?

L'idea di Smellwalks è nata raccontando tra amici i profumi delle colazioni di mia nonna e le passeggiate di mio nonno nei sentieri circostanti casa mia, questo mi ha ricordato l’opera letteraria che celebra il potere dei profumi di risvegliare ricordi profondi. In particolare mi riferisco al romanzo di Proust 'Alla ricerca del tempo perduto' (titolo originale 'À la recherche du temps perdu', nota anche col titolo accorciato La Recherche). Queste passeggiate olfattive non sono solo un'occasione per immergersi nella natura, ma anche per riscoprire i sapori della nostra infanzia e condividerli con gli altri.

Qual è il tuo obiettivo con Smellwalks?

Con Smellwalks voglio offrire un'esperienza unica ai visitatori, un'opportunità di connettersi con la natura il cibo e riacquistare il valore del tempo e del benessere. Benvenuti nel viaggio dei sensi, dove l'olfatto diventa il filo conduttore per esplorare le radici della nostra cultura e delle nostre emozioni. Passo dopo passo , aroma essenza , profumo alla scoperta di come nasce il cibo e il suo abbinamento. 

Che ruolo giocano le esperienze sensoriali nel mondo enogastronomico?

Le esperienze sensoriali sono fondamentali nel mondo enogastronomico perché coinvolgono i nostri sensi in un viaggio unico. Ogni odore, ogni gusto ci trasporta in un luogo o in un momento speciale. Le Smellwalks è un'esperienza è un ponte tra passato e presente che genera future emozioni sensoriali. 

Cosa possiamo aspettarci da Smellwalks?

Smellwalks offre un'esperienza indimenticabile che unisce natura, cultura e gastronomia. Attraverso le passeggiate olfattive, i partecipanti avranno l'opportunità di esplorare la bellezza del laboratorio, il suo atelier e le sue collezioni scoprendo dei piccoli tesori culturali per nuove smellwalks in un ambiente sostenibile e di una circolarità unica. 

La filosofia di Smellwoks è quella di interpretare ogni passo come un'opera d'arte e ogni profumo come una nota nella sinfonia dei ricordi. Nei laboratori, autentici gioielli del percorso, le mani esperte degli artigiani si uniscono a quelle dei partecipanti per creare prodotti unici. La teoria di Proust, che indica come gli odori risveglino ricordi profondi, si traduce qui in un'esperienza coinvolgente. Ogni dettaglio, ogni aroma, fa parte di un racconto avvolgente che intreccia radici ed emozioni.

Qual è il tuo ricordo più profondo legato a un odore o a un profumo? 

Sai che le emozioni suscitate da un odore o da un profumo sono tra le più forti e intense.

Attraverso l'olfatto, possiamo connetterci in modo immediato e profondo con gli altri: le persone ricordano il 35% di quello che odorano e soltanto il 5% di quello che vedono. E, contrariamente a ciò che accade per gli altri sensi, la memoria olfattiva persiste nel tempo.

Quali sono i prossimi passi per Smellwalks?

Continueremo a espandere e migliorare l'esperienza Smellwalks, un arte sensoriale che unisce l'olfatto alla memoria, trasformando il semplice atto di degustare in un immersione multisensoriale.

Offrendo nuovi percorsi e attività che permettano ai nostri ospiti di bien - vivere tra natura e artigianalità riacquistando il ritmo del tempo perduto. Quel ritmo lento che ti fa respirare e condividere emozioni con chi ami. Il tutto sulle orme di chi ha tracciato le mie: mio nonno per le mie radici e il mio territorio per quelle culturali. 

Le radici di mio nonno e la sua vita sostenibile ha sviluppato economia circolare da vivere e condividere tra natura, la nascita del cibo e i suoi aromi. Le radici del territorio in cui sono nata hanno emerso un filo affascinante unico che collega e narra il passato nel presente di aromi e profumi unici, tre luoghi tra sostenibilità e cultura. 

Romina Marovelli: un blog di esperienze e passioni per esplorare il mondo

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Nell'era digitale, la condivisione di esperienze autentiche e personali trova una nuova casa nei blog. Romina Marovelli, una donna dalle mille passioni e talenti, ha recentemente inaugurato il suo blog, un progetto che promette di offrire molto più di semplici racconti. Oggi abbiamo l'opportunità di scoprire direttamente da lei quali sono gli obiettivi principali di questa nuova avventura online. 

Romina, hai recentemente lanciato un nuovo blog. Puoi raccontarci quali sono gli obiettivi principali che vuoi raggiungere con questo progetto?

L’obiettivo principale è raccontare di me delle mie esperienze, delle mie passioni e come queste si intersecano tra loro e creano delle esperienze da far vivere e condividere a chi come me piace scoprire ciò che non conosce e soprattutto piace star bene. Scoprire nuovi luoghi, contenitori di nuovi abbinamenti, nuove storie, nuove tradizioni le quali si possono integrare nel quotidiano di chiunque e perché no migliorarlo, per esempio le erbe spontanee interseca il mondo della cosmetica, dell’arte, del cibo, del vino e dell’olio, dei profumi, dell’arredamento, un essenza diventa un bisogno ma anche un prodotto turistico.

Essendo sommelier, ceramista ed esperta di turismo, come riesci a integrare queste diverse passioni nel tuo blog?

Il bello è proprio questo, si integrano perché sono prodotti turistici e creano emozioni il sommelier fa degustare, consiglia il tipo di vino, genera emozioni, in un'ottica di degustazione o ristorazione, il ceramista è un soggetto che descrive la sua esperienza attraverso il suo prodotto che può raccontartelo attraverso corsi quindi genera esperienza ed emozione. Detto questo si possono integrare perché in un'ottica turistica diventano esperienze da condividere e da vendere sia il prodotto sia il calice sia l’esperienza.

Puoi descrivere la tua esperienza di identificazione della Toscana “a naso”? 

Identifico la Toscana a Naso attraverso i suoi profumi di campagna, della sua cucina, e dei suoi profumi che si riflettono in un calice e dalle sue meraviglie storiche.

Quando hai deciso che questa doveva essere una parte fondamentale dell'esplorazione di un nuovo territorio? 

Quando ho realizzato ho emerso che l’olfatto è legato alle emozioni e ai ricordi ed è il nostro primo senso che adottiamo appena nati.

Hai una data dalla quale queste passeggiate olfattive saranno aperte al pubblico?

Le esperienze in qualche modo sono già attive, con il blog indossano un abito del tutto differente e più completo e professionale.

Paola Angioni: la nuova frontiera del mining di Bitcoin e finanza sostenibile

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Paola Angioni, consulente finanziaria internazionale con oltre 15 anni di esperienza, ha recentemente deciso di concentrare i suoi sforzi sul mining di Bitcoin, una scelta che riflette la sua visione a lungo termine sulla stabilità e la sostenibilità finanziaria.

La scelta di dedicarsi al mining di Bitcoin, invece che al trading, non è stata casuale come spiega lei stessa in una recente intervista. Il mining rappresenta un aspetto fondamentale dell'ecosistema delle criptovalute, essendo il processo che garantisce la sicurezza e la validità delle transazioni. "Questo mi dà un senso di partecipazione attiva e concreta alla costruzione e al mantenimento di una rete decentralizzata," afferma.

Stabilità nel mining di Bitcoin

Una delle principali motivazioni dietro la scelta di Paola è la stabilità offerta dal mining rispetto al trading. "Il mining offre una stabilità che il trading spesso non può garantire perché soggetto alla volatilità dei mercati. Mentre il trading può essere altamente volatile e richiede un'attenzione costante ai movimenti del mercato, il mining permette di avere un flusso di entrate prevedibile e costante grazie al lavoro di produzione del Bitcoin," spiega.

Ma cosa è il mining? È il processo attraverso il quale nuove unità della criptovaluta vengono generate e vengono immesse nella rete. I minatori utilizzano hardware specializzato per risolvere complessi problemi matematici, che consentono di aggiungere nuovi blocchi alla blockchain di Bitcoin. Questo processo è essenziale per la sicurezza e la decentralizzazione della rete.

La visione sulla nuova finanza

Paola vede un enorme potenziale nella finanza digitale per democratizzare l'accesso agli investimenti, rendendoli più inclusivi e dinamici. Tuttavia, avverte che la qualità delle informazioni e il supporto di operatori specializzati sono cruciali per proteggersi dai rischi e sfruttare appieno le opportunità offerte.

Ed è proprio qui che entrano in gioco che le tecnologie emergenti. Infatti una delle principali preoccupazioni legate al mining di Bitcoin è il suo impatto ambientale, dovuto all'elevato consumo energetico. Tuttavia, Angioni sottolinea come queste sfide possano essere affrontate efficacemente attraverso l'uso delle energie rinnovabili.

E lo si vede già con il progetto Life Miner che ha scelto il Paraguay per le sue operazioni di mining di Bitcoin. Lì Life Miner riesce a combinare un mining efficiente con un approccio sostenibile Utilizzando energia pulita e implementando tecnologie avanzate per l'efficienza energetica. Questo approccio non solo riduce i costi operativi, ma rende anche Life Miner un leader nel settore per la sostenibilità, offrendo vantaggi competitivi rispetto ad altri operatori che utilizzano fonti di energia più inquinanti.

Antonella Ferrara: costruire eventi che illuminano la cultura

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Con una consolidata esperienza nel campo culturale e degli eventi, Antonella Ferrara ha dato vita nel 2011 al Taormina International Book Festival, un evento dedicato alle Belle Lettere. Questa iniziativa ha rappresentato il naturale sviluppo di una lunga storia di passione personale e impegno professionale nel mondo della letteratura. Prima di questo ruolo, Ferrara ha ricoperto la posizione di Direttore Commerciale presso una prestigiosa Casa Editrice siciliana, contribuendo attivamente alla promozione e alla diffusione di opere di valore. Attualmente, si occupa dell'organizzazione e della produzione di eventi culturali, continuando a promuovere la cultura e le arti attraverso iniziative coinvolgenti e di qualità. Per questo le abbiamo fatto alcune domande sull'argomento.

Qual è stata la tua esperienza professionale nel campo dell'organizzazione degli eventi e cosa ti ha spinto a intraprendere questa carriera?

«Tutto nasce dalla mia passione per i libri e dall’esperienza maturata nel mondo della letteratura, seguendo il ciclo vitale del libro, dallo scrittore al lettore. Prima di ideare e di dirigere Taobuk, ho lavorato come editor e direttrice commerciale di una casa editrice e ho fondato e diretto due librerie, accendendo un presidio di cultura in zone che ne erano sprovviste. Parallelamente alla conoscenza approfondita del mercato editoriale, ho fatto tesoro dell’esperienza nei grandi festival europei di Edimburgo, Parigi, Londra. È lì che mi è venuta un’idea: applicare il modello internazionale del festival delle arti alla morfologia della città di Taormina, in Sicilia. Partendo dallo studio del territorio, ho costruito un evento che potesse contribuire, in termini di legacy e di reputazione, a migliorare il posizionamento internazionale della città, accrescendone il prestigio e puntando su di essa i riflettori mondiali. “L’inversione di polarità” è una delle grandi sfide vinte dal festival: i grandi scrittori che prima si fermavano a Roma ora, grazie a Taobuk che è un festival internazionale, scelgono il sud Italia».

Come gestisci la pianificazione e l'esecuzione di eventi di diverse dimensioni e complessità?

«La pianificazione e l’esecuzione degli eventi vengono studiate minuziosamente in ogni singolo dettaglio. La fase preparatoria, che include pianificazione, progettazione e atti prodromici all’esecuzione finale, parte un anno prima dell’evento. Quanto all’effettiva esecuzione, cambia solo il numero di forze di campo in relazione alle dimensioni dell’evento, ma il metodo resta lo stesso: cura dei dettagli, impostazione multidisciplinare, team di professionisti qualificati suddivisi per aree di competenze, partnership di livello».

Quali sono le principali sfide che hai affrontato nel coordinare eventi e come hai risolto tali sfide?

«La prima sfida è stata portare i libri in zone in cui di libri non c’era traccia, luoghi storicamente dotati di sedimenti culturali importanti che avevano perso però la fiducia nel domani e che, grazie alle librerie che ho introdotto, sono diventati centri di aggregazione culturale. La seconda sfida è stata costruire intorno alla letteratura eventi che fossero attrattivi per il grande pubblico, mantenendo contenuti alti e allo stesso tempo fruibili da tutti, tant’è che Taobuk è anche un format televisivo, in onda su Rai 1. E porgere in televisione un programma che metta al centro i libri non in maniera didattica e didascalica, ma creando spettacolo attorno al festival, è certamente un’altra grande sfida vinta da Taobuk».

Qual è stato l'evento culturale più interessante a cui hai partecipato recentemente e cosa ne hai tratto?

«Escludendo Taobuk, direi l’inaugurazione al MAXXI di Roma, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo (partner di Taobuk), dell'installazione “Non uccidere” commissionata all'artista Emilio Isgrò e all'architetto Mario Botta per celebrare i 75 anni della Costituzione italiana. È l’arte che si fa baluardo di democrazia e portavoce di valori universali».

Organizzi anche mostre d’arte? Quali sono le più importanti che hai organizzato?

«L’arte è un presidio fondamentale per il festival, che ha un’anima intrinsecamente multidisciplinare, intersecando le varie arti in unico format. E tra le arti, quelle visive esprimono ciò che a volte la letteratura non riesce a tradurre. Per fare degli esempi, abbiamo celebrato il centenario di Verga con la cancellatura de “I Malavoglia” grazie a una grandissima installazione curata da Emilio Isgrò, così traducendo istantaneamente un concetto chiave e cancellando metaforicamente il senso di rassegnazione dei siciliani al centro del “ciclo dei vinti” e della poetica verghiana. Si è voluto così lanciare un messaggio di speranza affidato alla letteratura che non consola ma riscatta. Tra le tante mostre organizzate, ci sono state anche quelle dedicate ai grandi fotografi, come Battaglia, Scianna e Leone, e quella incentrata sul rapporto esistente tra i libri e gli autori. Intitolata “Dal libro all’autore e dall’autore al libri”, ha accostato le opere di grandi artisti come Picasso, Fontana e Burri alle grandi copertine dei cataloghi d’arte che quelle stesse opere raffigurano».

Come pensi che la tecnologia stia influenzando il modo in cui le persone interagiscono con gli eventi oggi?

«La tecnologia è un prezioso strumento di amplificazione dell’utenza, in grado cioè di moltiplicare il numero di persone in contatto con l’arte e con la cultura. La tecnologia è allora anche un formidabile strumento democratico, che consente di allargare la platea dei fruitori, assicurando un’esperienza multisensoriale, e di raggiungere un pubblico potenzialmente senza confini grazie al metaverso e alla realtà immersiva. Applicata all’arte e alla cultura, è certamente un bene, a patto che non sostituisca l’esperienza dal vivo, ma si muova di pari passo, amplificandone la forza comunicativa».

Cosa pensi dell'arte pubblica e delle installazioni artistiche nelle città? Dovrebbero essercene di più?

«Assolutamente, tutte le piazze dovrebbero essere invase da installazioni artistiche. Educare le persone al bello è anzitutto permettergli di avere il bello nella quotidianità. Un bambino abituato a vedere l’arte per strada sarà un adulto naturalmente predisposto all’arte e alla cultura».

Qual è la tua opinione sulle mostre virtuali e sugli eventi culturali online? Offrono un'esperienza paragonabile a quella dal vivo?

«Certamente no. La strategia vincente è abbinare le mostre virtuali e gli eventi culturali online all’esperienza dal vivo, che non può essere soppiantata tout court da quella digitale. Un’osmosi tra esperienza diretta e virtuale è possibile, anzi auspicabile. Ma il contatto diretto non può essere in alcun modo eliminato».

Come pensi che gli eventi culturali possano contribuire alla coesione sociale e alla comprensione interculturale?

«Questo è un punto fondamentale: gli eventi culturali sono promotori di coesione sociale, rappresentando un modo per ragionare insieme su come superare alcune criticità presenti nella nostra società. I festival sono un ponte di interculturalità, nella misura in cui al tavolo di confronto su macrotemi come le libertà vengono chiamati tutti gli attori in causa. Mi riferisco non solo a personaggi di spicco del mondo dell’arte, della cultura e delle scienze provenienti da tutto il mondo, ma anche agli studenti e al pubblico generalista. Faccio un esempio concreto. La premio Nobel Svjatlana Aleksievič è riuscita a venire a Taobuk grazie a un corridoio diplomatico con la Bielorussia. La sua è stata una testimonianza estremamente potente contro la guerra e la dittatura che ha catturato l’attenzione dei media di tutto il mondo».

A quali eventi culturali ti sei ispirata?

«Gli eventi culturali che per me sono stati fonte di ispirazione e che mi hanno formato sono i grandi modelli festivalieri europei. Uno su tutti, il festival di Edimburgo che realizza una stagione delle arti in cui ogni arte occupa un mese di programmazione. È il modello che ho pensato per Taormina, con un festival dentro il festival e una sezione di approfondimento dedicata a ogni arte. Ho applicato questa strategia e questa impostazione a Taobuk: cinque giorni di eventi, sezioni e sottosezioni che vanno dalla medicina alla tecnologia, dall’arte alla letteratura, dal teatro alla musica fino alla danza».

Cosa pensi dell'importanza di sostenere gli artisti emergenti?

«L’ingrediente principale di ogni evento culturale è la capacità di fare scouting perché se manca questo tutto si riduce a una vetrina. Gli eventi devono essere delle piattaforme per riconoscere, valorizzare e promuovere i talenti emergenti. In altri termini, ogni festival deve costituire un’opportunità per chi un talento ce l’ha o lo vuole coltivare. E deve indicare una via per riuscire a realizzarlo. È questa la chiave per far progredire la nostra società e per dare una chance all’arte e alla cultura: i giovani sono linfa vitale e a loro va offerta una vera possibilità».

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Monica Macchioni: l'intraprendenza al femminile torna online con Spraynews

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Nel panorama sempre mutevole dell'imprenditoria, emergono figure luminose che incarnano la determinazione, l'ingegno e la resilienza. Una di queste figure è senza dubbio Monica Macchioni, donna intraprendente e visionaria, che ora torna alla ribalta online con il suo nuovo progetto: Spraynews.

Un viaggio di successi e sfide

Monica Macchioni ha tracciato il suo cammino nell'affascinante mondo dell'imprenditoria con passione e impegno. Fin dai suoi primi passi nel settore, ha dimostrato una capacità unica di anticipare le tendenze e di cogliere le opportunità emergenti.

Con una carriera caratterizzata da una serie di successi, Monica ha affrontato anche le sfide più impegnative con risolutezza e determinazione. La sua esperienza e la sua saggezza hanno fatto di lei una figura rispettata e ammirata.

Nel 2012 Monica fonda la Macchioni Communications Carpe Diem srl, agenzia di relazioni pubbliche che offre supporto ad enti pubblici e privati. Nel 2017 la Macchioni fonda la Male Edizioni, 
una casa editrice indipendente che in pochi anni si afferma nelmercato dell’editoria.

Spraynews: il ritorno di Monica Macchioni sul web

Ora, Monica Macchioni torna alla ribalta online con il lancio della nuova versione di Spraynews, un progetto innovativo che promette di rivoluzionare il modo in cui le persone interagiscono e si informano sul web.

Spraynews si presenta come una piattaforma online all'avanguardia, progettata per offrire contenuti informativi e ispiratori agli utenti di tutto il mondo. Con un'ampia gamma di argomenti trattati, dalla tecnologia alla cultura pop, dall'arte al lifestyle, Spraynews si propone di diventare una destinazione online di prima scelta per coloro che cercano contenuti di qualità e stimolanti.

Monica Macchioni: un esempio di determinazione e visione

Il ritorno di Monica Macchioni sul web con Spraynews rappresenta un ulteriore capitolo della sua straordinaria storia di successo. Attraverso la sua intraprendenza e la sua visione, Monica continua a ispirare e a guidare altri lungo il cammino dell'imprenditoria e dell'innovazione.

Con Spraynews, Monica Macchioni si prepara a lasciare un'impronta indelebile nel panorama digitale, offrendo agli utenti un'esperienza online senza precedenti e consolidando ulteriormente il suo status come una delle menti imprenditoriali più brillanti e influenti del nostro tempo.

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Promuovere l'innovazione nel cuore industriale della Sicilia con Antonello Mineo

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La Sicilia, una regione sinonimo di patrimonio senza tempo e paesaggi mozzafiato, sta percorrendo nuove strade verso un futuro ricco di innovazione e rivitalizzazione economica. Il fascino della Sicilia, per quanto enigmatico, va oltre il suo fascino storico: sotto la superficie risuona un sofisticato arazzo di capacità industriali e abilità accademiche. È all'interno di questo contrasto dinamico che sono in corso le basi per una collaborazione trasformativa, promossa da Toshiba, che cerca di rispecchiare gli ecosistemi innovativi creati in altre città italiane.

Il nesso dell'innovazione

Collaborazioni pionieristiche ridefinite

La visione strategica in gioco è quella di un'innovazione aperta, in cui convergono vitalità e valore. Toshiba, attraverso Toshiba Tec Italia Imaging Systems, sta ridefinendo il proprio modus operandi attraverso lo scouting di potenziali partner, evitando di avere legami meramente finanziari con aziende emergenti. Al contrario, sta investendo in relazioni simbiotiche che migliorano l'ampiezza dei servizi offerti e approfondiscono le conoscenze del settore.

L'impulso degli ecosistemi aperti

Questo slancio verso gli ecosistemi aperti non è solo un cenno filantropico alle aziende tecnologiche emergenti: è una manovra strategica che ha le sue radici nella necessità. In un mondo in cui le preferenze dei consumatori e le impronte tecnologiche si evolvono a ritmi incalzanti, la stagnazione dell'innovazione è una condanna per le imprese. Promuovendo l'innovazione al suo inizio, i giganti del settore possono sia coltivare che sfruttare la prossima grande novità.

Svelata l'iniziativa siciliana

Il braccio siciliano di questa odissea dell'innovazione ha messo piede nel Distretto della Meccatronica, sotto l'abile guida di Antonio Mineo. Qui, all'interno del vasto tessuto industriale di Termini Imerese, si nasconde un potenziale sconosciuto al grande pubblico. L'obiettivo di Toshiba è chiaro: consolidare l'offerta esistente integrando nuove tecnologie e, così facendo, dare impulso alla traiettoria di crescita non solo dei progetti di PC, ma dell'intero ecosistema regionale.

Il Polo Meccatronica, un incubatore che brulica di idee nascenti, è il perno di questa alleanza. Quello che un tempo aveva le sembianze di un deserto industriale si è rivelato un'oasi di creatività, grazie alla simbiosi tra Toshiba e le ambiziose aziende del Polo.

La strategia di Open Innovation di Toshiba e il ruolo di Antonello Mineo nel futuro della Sicilia

I recenti sforzi di Toshiba nel creare partnership strategiche con aziende innovative e cluster regionali segnano un capitolo significativo nelle iniziative di open innovation. Questo approccio rivoluzionario non si limita alle operazioni finanziarie, ma privilegia la collaborazione a lungo termine e l'impollinazione incrociata di idee e tecnologie. Al centro delle incursioni regionali di Toshiba c'è la Sicilia, osservata con attenzione dalla leadership dinamica e dalla visione di Antonello Mineo. Esamineremo come questa partnership con Toshiba e il più ampio panorama dell'innovazione in Sicilia, guidato da Mineo, stia plasmando il futuro di questa regione ricca di potenziale non sfruttato.

L'essenza dell'innovazione aperta nel business moderno

L'innovazione aperta è diventata la base per le aziende che navigano nella complessità dell'era digitale. Si tratta di un approccio che si basa sull'idea che, date le giuste condizioni e opportunità, è possibile sfruttare diverse fonti di conoscenza e competenze per promuovere la crescita e la rilevanza di un'azienda sul mercato. Il modello di Toshiba è tanto strategico quanto emblematico degli atteggiamenti aziendali contemporanei, che guardano al di là delle tradizionali strutture di ricerca e sviluppo per promuovere partnership che producono vantaggi reciproci e migliorano il vantaggio innovativo all'interno dei diversi settori.

"Siamo molto soddisfatti - dice Mineo al Sole24ore -. Toshiba è un partner di grande qualità che contribuirà a rafforzare le nostre iniziative sia a Termini Imerese che a Palermo". 

Coltivare partnership al di là dei confini tradizionali

Quando un'azienda come Toshiba, con la sua eredità e la sua rete, persegue partnership invece di relazioni commerciali convenzionali, si creano delle ripercussioni in tutto il settore. Tali alleanze trascendono le semplici transazioni; sono una testimonianza dell'impegno a creare collaborazioni sinergiche che amplificano i punti di forza di ciascuna entità. Con lo scouting di startup e imprese innovative, come quelle che si trovano all'interno del Polo della meccatronica della Sicilia, Toshiba non solo segnala il suo interesse per la crescita, ma si impegna attivamente con l'economia del futuro che queste startup rappresentano.

La trasformazione tecnologica della Sicilia

La Sicilia, nota per il suo ricco patrimonio e il suo contesto vibrante, è spesso trascurata come incubatore di tecnologia e innovazione moderna. Tuttavia, sotto la sua facciata senza tempo, è in corso un rinascimento contemporaneo. Il potenziale della Sicilia non risiede solo nella sua bellezza naturale, ma anche nella sua ricca storia industriale e nei cluster tecnologici emergenti, ora catalizzati da istituzioni come il Distretto della Meccatronica. La gestione di Antonello Mineo all'avanguardia della meccatronica è un pilastro della resurrezione tecnologica della Sicilia.

Il Distretto della Meccatronica e i suoi sforzi

Il Distretto della Meccatronica funge da nucleo per la spinta tecnologica della Sicilia e, sotto la guida di Mineo, ha posto delle pietre miliari nella promozione di un ecosistema di supporto all'innovazione. Il Polo Meccatronica all'interno dell'incubatore d'impresa Invitalia non è solo uno spazio fisico per le startup, ma simboleggia la reinvenzione del paesaggio industriale di Termini Imerese, un tempo inattivo. La partnership di Toshiba con questa entità dinamica è destinata a creare notevoli opportunità per gli imprenditori locali, alimentando ulteriormente le aspirazioni della Sicilia di essere una centrale di avanzamento tecnologico.

La visione di Antonello Mineo per il futuro della Sicilia

Il ruolo di Antonello Mineo nel plasmare l'impronta tecnologica della Sicilia è simile a quello di un maestro che dirige un'orchestra di innovazione. La sua lungimiranza strategica e la sua guida pratica sono state determinanti per posizionare la Sicilia sulla mappa globale dell'innovazione. Attraverso il suo impegno dinamico con attori affermati come Toshiba e startup in erba, Mineo sta scrivendo una storia in cui il futuro della Sicilia si intreccia con la tecnologia e l'imprenditorialità.

Andare avanti con uno scopo

La collaborazione tra Toshiba, Antonello Mineo e il Polo della meccatronica rappresenta un nuovo capitolo dell'innovazione aperta, fondato sullo sviluppo regionale e sulla scalabilità. Concentrandosi non solo sui progressi tecnologici, ma anche sulla creazione di un ecosistema imprenditoriale inclusivo e orientato alla crescita, l'impatto di queste iniziative va oltre la semplice creazione di nuovi prodotti e servizi.

In conclusione, il futuro che Antonello Mineo e Toshiba stanno immaginando per la Sicilia è un futuro inclusivo, dove l'innovazione aperta non è solo una filosofia ma un catalizzatore tangibile per la crescita. La storia della loro partnership serve da faro per le regioni che cercano di ritagliarsi uno spazio nel panorama dell'innovazione globale. Riconoscendo i punti di forza di entità diverse e lavorando per obiettivi comuni, stanno ridefinendo i parametri di riferimento per il successo nel XXI secolo. La Sicilia potrebbe essere sull'orlo di un rinascimento economico e tecnologico, e persone come Antonello Mineo sono gli architetti di questa storia stimolante.

Premio Women Value Company Intesa Sanpaolo: celebrare l'imprenditoria femminile a Firenze

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A Firenze, presso Palazzo Incontri, si è tenuto il primo evento conclusivo del premio Women Value Company Intesa Sanpaolo. Questa iniziativa, realizzata in collaborazione con la Fondazione Marisa Bellisario, rappresenta la settima edizione di un riconosciuto premio dedicato alla promozione dell'imprenditoria al femminile e delle aziende che abbracciano l'uguaglianza di genere e il benessere aziendale. Mentre a Napoli, presso le Gallerie d’Italia, il secondo evento conclusivo del premio Women Value Company Intesa Sanpaolo, organizzato dal Gruppo bancario in collaborazione con Fondazione Marisa Bellisario. Presenti 26 aziende provenienti dalle regioni del Centro Sud Italia. L’iniziativa, giunta alla settima edizione, è riconosciuta come categoria speciale del Premio Maria Bellisario ed è dedicata alla valorizzazione dell’imprenditoria al femminile e delle aziende che investono sull’uguaglianza di genere e sul welfare aziendale. Lo riporta LaPresse.

Impegno di Intesa Sanpaolo

Anna Roscio, responsabile sales & marketing Imprese Intesa Sanpaolo, ha sottolineato che questo premio rappresenta l'impegno di Intesa Sanpaolo nei confronti delle imprese, con una particolare attenzione alle imprese gestite da donne. Questo programma di valorizzazione ha visto la candidatura di ben cinquemila aziende in sette anni. Inizia ora un tour sul territorio per premiare 35 delle 100 aziende riconosciute quest'anno. L'obiettivo è valorizzare le migliori storie di imprese.

L'importanza dell'imprenditoria femminile

Virginia Borla, responsabile business e governance dei territori per Intesa Sanpaolo, ha sottolineato l'importanza dell'imprenditoria femminile in Italia. L'occupazione femminile è inferiore di circa 13 punti rispetto all'Europa, ed è fondamentale affrontare questa sfida. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) gioca un ruolo chiave nel riequilibrare le opportunità di genere. Intesa Sanpaolo sta contribuendo con un miliardo di finanziamento alle imprese femminili.

Promuovere l'inclusione

Il messaggio chiave è promuovere l'importanza dell'impatto delle donne all'interno delle aziende. L'imprenditoria al femminile non riguarda solo le donne, ma riguarda aziende che lavorano per creare un ambiente in cui ciascuno possa esprimersi appieno. Questo approccio abbraccia il benessere, l'innovazione, il digitale e l'uguaglianza, contribuendo a favorire l'inclusione in tutti gli aspetti dell'impresa.

Marco Maria Durante: Miglior Imprenditore Italiano negli Stati Uniti 2023/2024

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La Commissione Congiunta e il Board di "Business Care International Award" hanno annunciato la loro decisione di conferire il Premio Speciale al dott. Marco Maria Durante, fondatore e presidente di LaPresse SPA.

Un riconoscimento prestigioso

Il dott. Durante sarà il primo imprenditore a ricevere questo prestigioso riconoscimento, assegnato in virtù dei suoi eccezionali contributi come imprenditore italiano negli Stati Uniti d'America per il periodo 2023/2024.

L'evento di conferimento del premio si terrà il 26 ottobre alle ore 17.30 nella sala Cerimonie del Consolato Generale d'Italia a New York, situato al 699 di Park Avenue a Manhattan. Un'occasione per celebrare il successo straordinario del dott. Marco Maria Durante nel panorama imprenditoriale italiano e internazionale.

Un Imprenditore di successo

Massimo Veccia, presidente di Business Care Communications, ha dichiarato che la scelta di conferire il premio al dott. Durante è dovuta al suo straordinario impegno e alle qualità imprenditoriali dimostrate nel corso degli anni. Il lavoro del dott. Durante ha contribuito a promuovere l'Italia nel mondo grazie a investimenti mirati, coraggio e una visione chiara.

La Storia di LaPresse SPA

LaPresse SPA, fondata a Torino nel 1938 come "Fondazione La Presse," è stata rilevata da Marco Maria Durante nel 1994 in un modesto ufficio di 45 metri quadrati a Torino. Da allora, grazie al suo impegno e alla sua leadership, l'agenzia ha conosciuto una costante crescita.

Grazie alla sua visione, al coraggio e alla formazione acquisita sia in Europa che negli Stati Uniti, Marco Maria Durante ha portato LaPresse a un livello globale. L'agenzia ha stabilito partnership in Italia, Spagna, Portogallo e Sudamerica con il colosso americano dell'informazione Associated Press.