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E-commerce inclusivo: i cinque falsi miti da superare secondo Eye-Able Italia

5 Dicembre 2025
- Di
Redazione
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Falsi miti Natale e-commerce
Tempo di lettura: 2 minuti

Con l’inizio di dicembre cresce il volume degli acquisti online e l’e-commerce raggiunge uno dei momenti più intensi dell’anno. A fronte dell’aumento costante degli utenti, tuttavia, esiste una parte della popolazione che non riesce a completare o nemmeno iniziare una transazione a causa di siti non accessibili.
Eye-Able Italia, scale-up europea specializzata in soluzioni per l’accessibilità digitale basate su intelligenza artificiale e competenza umana, propone una lista di cinque falsi miti che continuano a ostacolare la piena inclusione nel commercio online.

I cinque falsi miti che frenano un e-commerce accessibile

1. “Ho il widget di accessibilità, quindi sono a posto”

Il widget può migliorare l’esperienza degli utenti, ma non risolve problemi strutturali: non corregge il codice, non genera testi alternativi e non elimina incoerenze nella navigazione. Senza interventi tecnici, un sito resta non accessibile.

2. “L’accessibilità riguarda solo le persone con disabilità”

L’accessibilità favorisce un pubblico molto più ampio: utenti senior, persone che navigano da smartphone, utenti con connessioni lente o con limitazioni temporanee. È un valore trasversale che migliora l’esperienza di tutti.

3. “La mia azienda non è coinvolta”

La normativa europea EAA prevede obblighi per chi offre prodotti o servizi digitali nel mercato europeo: e-commerce, servizi bancari, trasporti, streaming e diversi dispositivi digitali. Solo le microimprese sono escluse, ma la normativa promuove comunque percorsi inclusivi.

4. “Adeguarsi è troppo costoso e complesso”

Considerare l’accessibilità come una spesa è un errore. Le sanzioni per la mancata conformità possono arrivare fino al 5% del fatturato. Un approccio “accessibility by design” riduce costi futuri, migliora la reputazione e apre nuove opportunità di mercato.

5. “Una volta fatto, non devo più pensarci”

L’accessibilità richiede un aggiornamento continuo. Ogni modifica del sito può introdurre nuove barriere. Servono monitoraggi costanti, formazione interna e una cultura aziendale orientata all’inclusione.

Il punto di vista di Eye-Able Italia

“Garantire l’accessibilità non è solo un obbligo normativo, ma una responsabilità sociale e una grande opportunità di business”, afferma Lorenzo Scumaci, CEO di Eye-Able Italia. Secondo l’azienda, sfatare i falsi miti è un passaggio necessario per costruire un ecosistema digitale realmente aperto a tutti.

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