Trasformazione digitale e sostenibilità

Tempo di lettura: 2 minuti

[vc_row][vc_column][vc_column_text]TRASFORMAZIONE DIGITALE – Il progresso tecnologico nell’ultimo decennio ha subito una forte accelerazione. Oggi è già obsoleto il nuovo modello messo in commercio la settimana scorsa. Stare al passo con questi cambiamenti è difficile, specialmente per molte aziende che ancora non riescono a mettere in atto la trasformazione digitale.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Cosa si intende per Trasformazione Digitale

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]La trasformazione digitale è il meccanismo con cui si creano sinergie tra business e tecnologia digitale. Per poter dare vita a queste collaborazioni però l’azienda deve essere pronta e reattiva per cogliere a pieno le potenzialità degli strumenti messi a disposizione. Ci deve essere flessibilità e volontà di mettersi in gioco, ma soprattutto preparazione al cambiamento.

Nel panorama lavorativo ci sono molte aziende che ancora non riescono a comprendere fino in fondo il vero significato di digital trasformation. Si pensa infatti che essa preveda solamente la digitalizzazione dei processi interni all’azienda. In realtà comprende tutto ciò che riguarda l’inserimento di nuove tecnologie capaci di coadiuvare e rendere più efficiente il lavoro all’interno dell’impresa.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Come si coniugano digital trasformation e Sostenibilità

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]

“Nel processo di trasformazione digitale però non ci si deve scordare anche di un altro aspetto importante: la sostenibilità. Da evitare è anche un altro errore frequente, cioè limitare il termine sostenibilità al solo aspetto relativo all’attenzione per l’ambiente.”

Quando si parla di sostenibilità infatti si intende anche “tutto ciò che è volto a migliorare la condizione dell’uomo. Questo implica anche la sua posizione nell’ambito lavorativo.”

La trasformazione digitale deve sapersi adattare sia alle richieste delle aziende, che a quelle del cliente senza però dimenticarsi dei lavoratori. Per rendere tutto ciò più efficiente c’è bisogno che la trasformazione digitale ed ecologica camminino di pari passo. Così facendo risulta più facile non perdersi passaggi importanti, ma soprattutto necessari.

 

Per saperne di più, visita il sito cliccando qui.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Federlogistica alla consultazione sul Patto per l’Export

Tempo di lettura: 2 minuti

[vc_row][vc_column][vc_column_text]FEDERLOGISTICA - La situazione riguardo infrastrutture e logistica è in fermento e Federlogistica si mostra sempre in prima fila nelle proposte innovative. Questa volta parliamo del Tavolo Infrastrutture e Logistica tenuto dal Ministero degli Affari Esteri e ICE-Agenzia il 18 novembre. Figure istituzionali di spicco come il Sottosegretario Manlio Di Stefano e il Vice direttore centrale per l’Internazionalizzazione Stefano Nicoletti hanno richiesto alcune consultazioni. Tra queste l’intervento del vice presidente di Federlogistica, Davide Falteri.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Federlogistica, un’associazione al passo con i cambiamenti

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Un altro appuntamento sulla logistica e le infrastrutture che vede la partecipazione di Federlogistica, ormai consolidata nello sviluppo di questi temi. La Federazione infatti si fa sempre avanti negli eventi e nei dialoghi inerenti allo sviluppo dei trasporti portuali, aeroportuali, stradali ecc.

Federlogistica nasce nel 2001 in seguito alla presa di coscienza sull'importanza dei trasporti per la crescita italiana. Da quel momento si occupa degli interessi dei suoi associati, i quali spaziano tra interporti, magazzini portuali, interportuali ecc. Inoltre, le sue collaborazioni proficue con Conftrasporto e Confcommercio portano la Federazione a discutere sui tavoli più importanti per la logistica italiana.

In questa fitta rete di relazioni con associati e altre associazioni, Federlogistica riesce a portare avanti discussioni sullo sviluppo nel settore. In particolare, un punto fermo delle sue prerogative è l’azione sul cambiamento climatico: cercano sempre di ribadire quanto sia cruciale l’aspetto green nello sviluppo logistico.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Il Patto per l’Export e l’intervento di Davide Falteri

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]A rappresentare Federlogistica al Tavolo Infrastrutture e Logistica si è presentato il vicepresidente Davide Falteri per esporre una consultazione. L’incontro fa parte del range di iniziative attuate dalle istituzioni per il più ampio Patto per l’Export, la strategia per rilanciare l’export dei prodotti italiani.

Il vicepresidente ha portato all’attenzione di tutti l’opinione di Federlogistica, esponendo quindi i temi di maggiore rilevanza secondo la Federazione. Dalla maggior formazione sui mercati esteri all’e-commerce, la propensione al futuro è il punto cardine dell’idea di Federlogistica per rivalutare l’export italiano.

Per saperne di più clicca qui.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Luigi Merlo e la richiesta di Federlogistica e Conftrasporto

Tempo di lettura: 2 minuti

[vc_row][vc_column][vc_column_text]LUIGI MERLO FEDERLOGISTICA CONFTRASPORTO - La vita che tutti noi conduciamo si basa costantemente su un elemento, talvolta considerato o dato per scontato: la viabilità. La fluidità del traffico via terra e via mare permette infatti degli spostamenti rapidi ed efficienti sia per i singoli, sia per le merci. Merci che, nell’ipotesi in cui non riuscissero a spostarsi fluidamente, bloccherebbero il lavoro di migliaia di persone. Questo è il rischio di cui Luigi Merlo, presidente di Federlogistica, ha voluto discutere esprimendo la richiesta di Federlogistica unita a Conftrasporto.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Il tema affrontato da Luigi Merlo

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]La preoccupazione sorge dagli avvertimenti comunicati dagli enti nazionali di strade e ferrovie: sono previste chiusure vicine a Genova e Savona. Le conseguenze, tuttavia, non si fermerebbero alla limitazione del traffico di singole persone: in tutta l’area passano continuamente merci da portare altrove.

Infatti la zona che comprende Genova e Savona è uno snodo importantissimo per la logistica italiana. Ogni problema di viabilità potrebbe compromettere una grossa fetta degli spostamenti via terra e via mare da e per l’Italia. Ecco spiegato il perché Luigi Merlo si sia fatto avanti sia per Federlogistica, sia per Conftrasporto.

Il presidente di Federlogistica ha voluto mettere in risalto questo problema, principalmente noto ai professionisti, per i rischi che comporta. Anche coloro che non sono collegati a logistica e trasporti potrebbero risentirne negativamente. Il tema, secondo le due associazioni, ha bisogno di un tavolo nazionale permanente, e Luigi Merlo non ha risparmiato parole di critica per trasmetterlo.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Federlogistica e Conftrasporto vogliono un tavolo permanente

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]La proposta di Federlogistica e Conftrasporto prevede di organizzare un tavolo permanente presso il Ministero dei Trasporti. Questo avrebbe lo scopo di programmare gli interventi di manutenzione, i lavori e i cantieri sulle reti italiane. Con questo provvedimento, i rischi di compromettere i trasporti di merci si ridurrebbe drasticamente.

“La tempesta è perfetta, ma anche un barometro di scarsa qualità l’avrebbe potuta prevedere”: queste le parole dure di Luigi Merlo per commentare le prossime chiusure presso Genova e Savona. Sempre il presidente di Federlogistica ha affermato che l’argomento dovrebbe essere di intervento prioritario dello Stato: ne va della ripresa dell’intero Belpaese.

Le affermazioni non si fermano qui: Luigi Merlo ritiene che “Il caso di Genova è la punta dell’iceberg”. Questo perché un problema analogo potrebbe ripetersi in tutte le aree del paese e lo Stato non dovrebbe restare indifferente. “È un lusso che l’Italia, inerme per decenni sul tema della manutenzione ordinaria delle sue infrastrutture, oggi non si può proprio permettere”.

Per saperne di più clicca qui.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]