SAVE OUR RESTAURANTS: Il sostegno alla ristorazione

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[vc_row][vc_column][vc_column_text]SOSTEGNO RISTORAZIONE - Come ormai tutti sanno, il settore della ristorazione ha bisogno di un sostegno molto forte per poter reggere l’impatto economico causato dalla pandemia. I locali alternano costantemente l’apertura e la chiusura, riducendo sempre più i coperti disponibili. Anche i contributi offerti dallo Stato spesso non sono sufficienti per una ripresa adeguata. [/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

La pandemia da coronavirus ha portato i ristoratori a ridefinirsi

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Il settore della ristorazione e dei bar è quello che maggiormente, in tutto il mondo, ha subito gli effetti delle restrizioni in atto per la pandemia da coronavirus. Allo stesso tempo, però, ha dimostrato di essere un comparto energico e in grado di reinventarsi velocemente.

I ristoranti classificati come “veloci, casual e raffinati” di tutto il mondo si sono rapidamente radunati, con uno spirito combattivo, sulla scia del COVID-19. Hanno messo da parte completamente le loro attività per accogliere la filosofia dell’asporto e della consegna a domicilio.

I fornitori all'ingrosso e i ristoranti stanno effettivamente ridefinendo il loro ruolo in questo momento. I grossisti di forniture alimentari, che tipicamente servono ristoranti e scuole, hanno fatto perno sulla vendita di articoli essenziali ai consumatori, ora che alcuni scaffali dei negozi di alimentari sono vuoti. E i ristoranti si stanno prendendo cura di loro stessi e dei loro clienti, fornendo pasti per i loro dipendenti e le loro famiglie.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Ma è sufficiente per salvare i ristoratori e i loro dipendenti dal perdere il proprio lavoro e i loro mezzi di sostentamento?

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]I ristoratori avranno anche potuto reinventarsi ma dall’altra parte hanno avuto bisogno di ricevere una risposta. Nelle piccole comunità si è creata una rete di supporto per i ristoranti locali. Si è infatti instaurata l’abitudine di ordinare a domicilio quando normalmente si è rimasti a casa. In questo modo si è cercato di supportare le piccole attività alleggerendo un po’ la situazione.

Sull'efficacia del delivery hanno puntato molto anche le piccole realtà, come bar, gelaterie, macellerie, fruttivendoli, banchi alimentari dei mercati locali. Tale servizio è stato istituito sia per far fronte alle chiusure imposte, sia per venire in contro a quelle persone facenti parte delle categorie a rischio, in modo tale da evitar loro di uscire.

Ma nelle grandi città dove i ristoranti dipendono dal flusso di turisti per riempire i loro coperti? Può essere sufficiente questo?[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

La politica delle istituzioni ha cercato di fare la sua parte

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Negli Stati Uniti

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Iniziamo con la novità introdotta negli Stati Uniti dall’8 marzo scorso.

"Un anno fa, i ristoranti e i bar indipendenti non avevano un posto a tavola a Washington. Oggi siamo più organizzati che mai e abbiamo consegnato il primo programma di sovvenzioni per l'industria", ha detto Tom Colicchio, proprietario del Crafted Hospitality in New York. "Questo fondo di soccorso dà speranza all'intera comunità di ristoranti e bar indipendenti: cuochi di linea, manager, baristi e operatori di caffetterie, food truck, panetterie e bistrot possono riposare un po' più profondamente stanotte sapendo che l'aiuto sta arrivando".[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

E in italia?

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Per quanto riguarda l’Italia molto si è dibattuto e ancora si discute, su quelli che sono stati gli aiuti inviati a queste categorie. Per quanto riguarda le attività delle ristorazioni raggruppate sotto i codici ATECO è stato riconosciuto un contributo a fondo perduto, con limite massimo di 455 milioni di euro per l’anno 2020 e di 190 milioni di euro per l’anno 2021. Questo però sotto dichiarazione che tale attività è svolta come attività prevalente. Come per altre situazioni, però, è entrata in gioco la rinomata burocrazia italiana, che ha fatto in modo che molti, seppur aventi diritto, non riuscissero ad entrare in possesso degli aiuti promessi.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Non solo privati e istituzioni

ma anche le associazioni hanno cercato di fare la loro parte[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Alla catena degli aiuti, un po’ in tutto il mondo, si sono uniti anche alcuni brand. Per esempio “Campari Canada” ha elargito una donazione di $ 50.000 al Bartenders Benevolent Fund. Si tratta di un ente canadese senza scopo di lucro, che sta raccogliendo fondi da utilizzare allo scopo di aiutare baristi, camerieri e altro personale dei settori alberghiero e ristorativo.

Altro esempio è l’asta online Bid for Recovery che ha come fine raccogliere fondi da devolvere alla ripartenza dei locali in tutto il mondo. In occasione dell’asta è stato chiesto ai 50 bar migliori al mondo di vendere oltre 100 lotti contenenti moltissime offerte di drink experience, drink tour ecc. Oltre ai migliori bar si aggiungono anche i migliori brand del settore.

Ci sono state poi realtà, come Avepa Communication , che hanno cercato di dare il proprio contributi realizzando fiere ed eventi virtuali per realtà che valorizzano il territorio. La tecnologia messa in campo dal team di Advepa permette di dare vita ad allestimenti completamente in 3D, capaci di ricreare l’ambientazione reale e di far vivere al cliente le stesse sensazioni di un’esperienza reale. In questo modo commercianti e clienti, nonostante i divieti, hanno potuto continuare a mantenere i contatti e non perdersi.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

La ristorazione in Svizzera e nel Ticino

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]La fase di crisi per la ristorazione svizzera è ancora in corso dall’inizio della pandemia. Sono parecchi i danni subiti, sia in ambito economico sia in quello lavorativo. I dati parlano chiaro: la maggior percentuale di lavoratori iscritti alla disoccupazione durante il 2020 appartiene all’industria del turismo (alloggio e ristorazione). Poiché la pandemia prosegue ancora inesorabilmente, la soluzione a questi dati tarda ad arrivare.

Certo è che le istituzioni si stanno adoperando al meglio delle loro possibilità per sostenere i ristoratori. Per esempio, i criteri per gli aiuti economici sono aggiornati continuamente, così da far rientrare più attività possibili nei cosiddetti “casi di rigore”. Facilitazione nelle documentazioni da presentare, criteri minimi ridotti, somme di denaro maggiori: che piaccia o meno, questi interventi pensati ad hoc faticano a tenere la ristorazione a galla in Svizzera.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

TiDiverti

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Swiss Technology propongono per il Canton Ticino una serata di divertimento e sostegno: la serata digitale TiDiverti. L’evento non è stato semplice da preparare soprattutto perché è stato organizzato in circa 1 settimana. Durante i preparativi però non è mancata l’attenzione verso fonti di intrattenimento che potessero coinvolgere il pubblico più ampio possibile. Infatti non sono mancati cabaret, tombola a premi e il DJ set con musica anni ’80. La missione è stata portata a termine egregiamente perchè tutti sono riusciti a divertirsi. L’evento è stato molto importante anche per le famiglie. Luisa, partecipante alla serata e tra gli organizzatori dell'evento, afferma:

“All’inizio avevamo paura che un evento virtuale potesse non riscuotere lo stesso successo di un evento fisico, ma alla fine si è rivelato un momento di vera convivialità. Ci siamo divertiti e durante la tombola non è mancata la competizione tra di noi.Erano anni che non giocavamo insieme dato che le ragazze ormai sono grandi. Alla fine abbiamo liberato il bambino che è sempre dentro ognuno di noi. La risata, specie in questo periodo, è terapeutica!”

L’aver organizzato l’evento online non ha tolto gusto alla serata. Infatti i partecipanti, seppur lontani, hanno potuto interagire tutti fra di loro grazie alla chat della piattaforma di streaming. Non sono mancati scambi di battute e risate tra tutti i partecipanti. Il non aver rinunciato all’evento è stato importantissimo anche per i ristoratori che sono riusciti a farsi conoscere da nuovi clienti.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Cosa dovranno aspettarsi i ristoratori nel futuro

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Come abbiamo visto il mondo della ristorazione ha dovuto incassare un duro colpo durante la pandemia da Covid-19. Durante questo periodo però c’è chi è stato capace anche di vedere un’occasione di sviluppo e rinnovamento. Numerose sono le idee che i lavoratori del settore hanno impiegato per far fronte alla crisi e che non verranno abbandonate quando tutto tornerà alla sognata normalità. I clienti in futuro avranno più voglia di sperimentare e conoscere. In questo periodo nel cliente si è insidiata maggiormente la voglia di attenzione e ricercatezza. Nel futuro avranno più successo qui locali che non perderanno l’attenzione verso la sperimentazione e l’innovazione. Nella scelta delle pietanze e delle bevande, tra cui i vini, saranno privilegiati coloro che ti permetteranno di conoscere e farti risalire all’origine del piatto. La voglia che abbiamo di viaggiare è talmente tanta, che vorremo farlo anche mangiando e degustando vini che ci parlano di altre terre e storie.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Didattica a distanza e web: come abbiamo affrontato la crisi

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[vc_row][vc_column][dfd_single_image image="24271"][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]DIDATTICA DISTANZA WEB CRISI  - La pandemia da Coronavirus ci ha costretti all’isolamento e alla lontananza. L’uomo però è un animale sociale incapace, nella maggioranza dei casi, di vivere solo. Sia nelle corsie degli ospedali che nelle case la prima cosa che si è cercato di sconfiggere è stata la distanza. In nostro soccorso è giunto il web con le sue infinite possibilità. Ivana Porcini, docente di arte, gallerista e curatrice del blog L’Escargot ci racconta la sua esperienza e pensiero su web e didattica a distanza.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Che cosa può darci la crisi

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Siamo tutti in crisi da un anno. Un’improvvisa e inimmaginabile realtà ci ha costretti a modificare la nostra vita, con non poca sofferenza. Ma la parola crisi etimologicamente viene dal greco κρίσις che vuol dire decisione. È questo è molto interessante perché ciclicamente le crisi, se si ha la forza di spingersi oltre le criticità, sono utili al cambiamento e a prendere decisioni che rinnovano.

Bisognerebbe imparare qualcosa di importante da questi eventi traumatici che ci insegnano a guardare le cose da altri punti di vista. Ci consegnano quel preciso istante in cui finalmente ci si rende conto di poter vivere in un altro modo, e rendono improvvisamente evidenti gli orpelli, le inutilità, le pochezze. La didattica a distanza e gli strumenti del web sono stati un grande strumetno di aiuto per affrontare la crisi.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Le conseguenze di aver trasposto la nostra vita sul web

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Così, a mio avviso, tutto andrebbe ripensato, essendo giunti ad un bivio. La vita vera si è incrociata con la vita virtuale, l’una è entrata nell’altra e si fa fatica a non vivere intrecciati. Siamo tutti più poveri, oggi. E ci lamentiamo continuamente di vivere in un mondo parallelo, pieno di nozioni e di informazioni, che sembra altro dalle nostre vite. Senza incontri dal vivo, senza emozioni, senza contatto. Eppure dobbiamo ricordare che grazie al web siamo andati avanti senza fermarci. Abbiamo mangiato a casa i cibi preferiti che abbiamo scelto sul video, abbiamo trovato le maglie in tinta che cercavamo e comprato i libri al prezzo migliore.

Abbiamo parlato davanti a un computer per ore con gli amici, i genitori, gli alunni e siamo cambiati. E, che ci piaccia o no, sono sicura che indietro non si possa più tornare. Nessuna società umana sta mai ferma. Le cose cambiano e nella mente si affollano oggi tante domande: Siamo appena all’inizio? Siamo alla fine? Il mondo può cambiare in meglio? O andremo sempre più in basso?[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

I giovani, la didattica a distanza e il web

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Da docente, credo che sia arrivato il momento di ripartire dai giovani e ascoltare quello che hanno da dirci. Li ho visti perdersi in questi mesi, smarrire il senso e l’entusiasmo. Abbiamo fatto finta di crederci ma in realtà non ci credeva nessuno. La didattica a distanza e gli strumenti web,con cui ci siamo armati per sconfiggere la crisi, ci sono serviti per non perdere l’anno, per non dimenticare i nostri doveri, per provare a immaginare che fosse tutto normale senza feste di compleanno, senza uscite serali, senza cinema, senza viaggi. Stiamo ancora metà in remoto e metà in classe e stiamo facendo uno sforzo enorme. Con la dad il ritmo si perde in continuazione e questo, da un certo punto di vista, è un bene perché bisogna rimodulare il discorso costantemente.

Io parto dai contenuti, che diventano pretesti per far riflettere, non per immagazzinarli da qualche parte ma per renderli strumenti di esperienze e di conoscenze. Ma nonostante tutto la scuola manca ai ragazzi perché questi anni andrebbero vissuti tutti insieme, nelle aule a parlare di amore e nei bagni a piangere e a imprecare contro i docenti. Ci auguriamo che torni presto com’era con la certezza che la scuola andrebbe reinventata. Io ne ero già convinta da tempo e mi piacerebbe riuscirci come se fosse un passaggio spontaneo, mettendo la loro voce e il loro mondo al centro di tutto. Per un futuro più felice di questo.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Non solo dad e web ma anche l’arte per risollevarsi dalla crisi

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Da storica dell’arte mi piacerebbe immaginare questo rinnovamento attraverso l’arte, che per me è una compagna di vita indispensabile. Per qualche anno, un po’ di anni fa, ho insegnato Pedagogia dell’arte nelle facoltà di Scienze dell’educazione e della Formazione primaria all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. In sostanza, provavo ad avvicinare i futuri maestri all’arte, attraverso la cultura e la ricchezza dei diversi saperi. Non era solo un approccio condiviso all’arte, era piuttosto mostrare una strada diversa da percorrere alla scoperta della complessità del mondo, del tempo e della storia.

Per molto tempo sono stata convinta che nel mondo della scuola questo approccio al cambiamento non sarebbe stato possibile. Invece in questo periodo mi sono dovuta ricredere fortemente. Ho visto numerosi docenti mettersi in gioco e attivarsi positivamente per apprendere e trovare il miglior modo possibile di gestire la didattica a distanza. Spero che di tutta questa esperienza ci rimanga la voglia di cambiare e sperimentare che è importantissima e necessaria per lavorare nel modo giusto con i ragazzi.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Aldo Moser icona del ciclismo italiano

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[vc_row][vc_column][dfd_single_image image="24241"][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]ALDO MOSER CICLISMO - Il 2 Dicembre scorso ci ha lasciato Aldo Moser, all’età di 86 anni per complicazioni dovute all’infezione da Coronavirus. Tutto il mondo del ciclismo piange la scomparsa del campione capostipite di una famiglia di illustri pedalatori, che grandi successi hanno riportato in patria.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

I Moser e la loro dinastia di ciclisti

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Aldo Moser ha segnato un’epoca del ciclismo italiano. Nato nel 1934 a Giovo è stato il capostipite di una famiglia di ciclisti professionisti, con i quali ha anche gareggiato. Con i fratelli Francesco, Enzo, Diego e Aldo sono molteplici le competizioni a cui ha partecipato, comprese alcune in cui si è sfidato con Fausto Coppi.

Per lui le prime pedalate sono state più una questione di necessità che di divertimento. In sella alla sua bici sfrecciava per le vie di che collegavano Palù a Trento per vedere la grappa che produceva la sua famiglia e arrotondare qualche entrata vendendo del pane. Ad accomunare lui e i suoi fratelli non è stata solo la vita spesa per il ciclismo ma anche la dedizione al lavoro nei campi nell’azienda agricola di famiglia.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Aldo Moser e i suoi successi nel mondo del ciclismo

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Quella di Aldo Moser è stata una lunghissima carriera durata ben 19 anni, interrotta per un grave infortunio al ginocchio. Egli è stato un passista e specialista della cronometro e con le sue 16 partecipazioni al Giro d’Italia due volte è riuscito pure ad indossare la tanto desiderata maglia rosa. Tra i successi di Aldo Moser nel ciclismo contiamo:

Piccolo Giro di Lombardia

Coppa Agostoni

Bologna-Raticosa

Coppa Varignana

Gran Premio Industria e Commercio di Prato

3ª tappa, 1ª semitappa Gran Premio Ciclomotoristico (Bari > Potenza)

2ª tappa, 1ª semitappa Gran Premio Ciclomotoristico (Caserta > Napoli)

Trofeo Baracchi (con Ercole Baldini)

Grand Prix des Nations

Trofeo Baracchi

Manche-Ocean (cronometro)

Coppa Bernocchi

Giro delle Tre Province - Camucia[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Giovanni Lombardi e Aldo Moser ciclisti a confronto

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Tra i ciclisti della storia italiana che hanno ottenuto grandi successi e sono impressi nella memoria degli appassionati con una lunga carriera troviamo anche Giovanni Lombardi. Nato a Pavia nel 1969 è stato un ciclista professionista per quattordici anni, portando vantare un albo di vittorie non indifferente.

I suoi successi in gara sono molteplici e conquistati sia in territorio nazionale che non. Quattro sono le tappe del Giro d’Italia che è riuscito a vincere, tre del giro di Svizzera e ancora più numerose le partecipazioni e le vittorie in competizioni spagnole. In territorio spagnolo ha ottenuto anche uno dei più grandi successi per uno sportivo. Da grande velocista quale è stato, infatti, è riuscito a conquistare la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Barcellona del 1992 nella corsa punti.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Un addio che fa piangere generazioni di appassionati

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Quello di Aldo Moser è un addio che ha toccato molti appassionati di questo sport. Gli anni delle sue prodezze sono stati anni d’oro per il ciclismo italiano, che hanno fatto sognare intere generazioni. Le imprese di tutta la generazione dei Moser, di Coppi, Bartali hanno spinto i giovani a venire a intraprendere questo sport. È grazie a loro se oggi abbiamo  campioni come Giovanni Lombardi, che hanno continuato nell’impresa di portare altro e fiero il tricolore in tutto il mondo.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Stop per i mercatini di Natale 2020

Tempo di lettura: 3 minuti

[vc_row][vc_column][dfd_single_image image="24230" tutorials=""][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]STOP MERCATINI NATALE 2020 - Nel 2020 numerose sono stati gli eventi rimandati o annullati nella speranza di evitare situazioni di assembramento. Per ultimi è toccato anche ai tradizionali mercatini di Natale, tipici di molte zone d’Italia. La problematica dietro a questo stop non è legata solo ad un discorso di tradizione, ma al più importante aspetto economico che vi sta dietro.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Il Natale e le sue tradizioni

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]I mercatini di Natale sono una delle tradizioni che più accomuna tutto l’Europa. Da sempre milioni di abitanti e turisti si uniscono nelle città simbolo del nostro continente e nei paesini più caratteristici per ammirare quello che l'artigianato locale ha da offrire in tema natalizio. Il 2020 e la pandemia da Covid però ha segnato uno stop a tutto questo. In Italia i mercatini di Natale sono vietati espressamente dall’ultimo decreto, in altre nazioni sono bloccati parzialmente o totalmente.

Decisioni del genere non sono state prese a cuor leggero. Tradizioni natalizie come questa non hanno solo un impatto culturale. L’aspetto più importante da sottolineare è quello economico. Lo scorso anno il giro d’affari nazionale legato ai mercatini ha toccato i 776 milioni di euro. Per non parlare dei dati e degli incassi relativi a pernottamenti e consumi dei luoghi di ristorazione locali.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

I Mercatini di Natale si spostano online

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Non tutto è perduto. Varie associazioni e attività hanno messo in campo idee e soluzioni per risolvere la questione dello stop ai mercatini di Natale. Ad esempio alcune realtà hanno deciso di spostare la propria esposizione o l’intero evento online. Ci sono gruppi di professionisti, come Advepa Communication, in grado di realizzare eventi virtuali in 3D interamente online. Tu chiedi e loro realizzano tutto in conformità con le tue esigenze, dando vita ad un’esperienza del tutto reale.

Molte città non si sono lasciate sfuggire un’occasione così ghiotta e hanno spostato l’allestimento dei tipici mercatini di Natale online. Così facendo li hanno resi disponibili a tutti gli interessati da ogni parte del mondo.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Il Natale 2020 e i suoi eventi raggiungono direttamente casa tua

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Questa realtà non ha coinvolto solo le città e i mercatini. Durante questo anno infatti anche le fiere e gli expo si sono trasformati in fiere virtuali 3D e in questo periodo non hanno voluto rinunciare alla magia del Natale. Se vi è capitato nei mesi passati di visitare delle fiere online tornati adesso perché potrete notare qualcosa di diverso negli allestimenti.

Golosaria ne è un esempio. La fiera si è trasformata. Ad accogliervi all'ingresso della fiera troverai neve, pacchi regalo, pupazzi di neve alberi di Natale e molto altro. Lo spazio così creato ti aiuterà a farti sentire maggiormente lo spirito e l’atmosfera natalizia.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Stop ai mercatini di Natale, ma non per te

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Il Natale ormai è alle porte e i giri per i mercatini ci mancheranno molto. Quel calore, le luci, gli odori e l'atmosfera sono emozioni che accompagnano le nostre vacanze da anni. Questo anno sarà diverso ma non dobbiamo dimenticarci di queste realtà per tornare a farle rivivere non appena sarà possibile. Sono eventi importanti per noi e per chi vi sta dietro, mettendoci passione, impegno e amore. Lo stop ai mercatini di Natale 2020 non deve segnare lo stop ai mercatini di ogni anno. Dobbiamo darsi da fare per farli tornare nelle nostre città.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Bioreattore polmonare: un polmone 3D per studiare il Covid-19

Tempo di lettura: 5 minuti

[vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_single_image image="24104" tutorials=""][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="E salvaguardare la vita degli animali essere animali." content_alignment="text-left" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Un polmone 3D per studiare gli effetti del Covid-19

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Al centro di ricerca Enrico Piaggio di Pisa si studiano gli effetti che il virus Sars-Covid19 ha sull’organismo umano, risparmiando la vita di numerose cavie da laboratorio grazie ad un bioreattore polmonare.  

Questo 2020 è stato segnato e passerà alla storia per la pandemia da Sars-Covid19 che tuttora continua a colpire l’umanità e riscuotere vittime. Nonostante il virus sia sotto la lente di osservazione di tutti i più grandi medici, virologi e studiosi a livello mondiale ancora molte delle sue caratteristiche meccaniche, di riproduzione, propagazione, trasmissione e tempo di vita fuori dall’organismo umano non riescono a trovare risposte valide, complici anche i tempi fisiologici necessari alla ricerca per poter trarre delle conclusioni il quanto più possibili accurate.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Bioreattore polmonare: Università di Pisa

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Presso i laboratori di bioingegneria del Centro di Ricerca Enrico Piaggio dell’Università di Pisa il team di ricercatori della direttrice del centro Arti Ahluwalia, in collaborazione con l’Istitute di Lung Biology and Disease (Ilbd) Helmholtz di Monaco, ha sviluppato un bioreattore polmonare con lo scopo di studiare gli effetti che particelle presenti nell’aria, come agenti inquinanti, fumo di sigarette elettroniche e non, emissioni industriali e quant’altro capace di entrare in contatto con i nostri polmoni, possono provocare, come ad esempio alterazioni o danneggiamenti del tessuto alveolare, senza dover ricorrere alla sperimentazione su cavie da laboratorio.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]

Il bioreattore polmonare è un campione artificiale che riproduce fedelmente le caratteristiche fisiologiche umane in cui è possibile innestare cellule provenienti direttamente dal nostro organismo, senza ripercussioni etiche o morali.

[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]La conformazione e la funzionalità del bioreattore polmonare hanno però permesso loro di traslare la ricerca verso l’osservazione di quelli che sono gli effetti del Sars-Covid19 sull’organismo umano. Il dispositivo 3D è infatti costituito da due camere separate da una membrana elastica porosa molto flessibile capace di espandersi e contrarsi come i nostri polmoni durante la fase respiratoria, grazie ad un sistema pneumatico in grado di muoverla con lo stesso ritmo e spostamento dei nostri alveoli.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]La membrana del bioreattore polmonare è interfacciata anche a un sistema di generazione di aerosol che permette di studiare l’interazione tra i polmoni e aerosol contenenti nanoparticelle come i virus, in un ambiente che riproduce più fedelmente la fisiologia umana. [/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Scopo della ricerca

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_single_image image="24103" tutorials=""][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]La ricerca portata avanti dalla professoressa Ahluwalia e la sua equipe si prefigge lo scopo di capire come il virus Sars-Covid19 riesce a creare danni infiammatori, come trasloca nella barriera alveolare e come entra nel sistema circolatorio. La domanda più importante che i ricercatori si sono posti riguarda coloro che hanno sconfitto l’infezione e perché ci siano riusciti e se questo è forse legato al fatto che le nanoparticelle potrebbero, una volta attivati i meccanismi di difesa da parte dell’organismo, non penetrare più la barriera alveolare.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]A tal fine la ricerca prevede l’innesto nella membrana del bioreattore polmonare di cellule prelevate dagli alveoli polmonari di diversi individui, differenziati per età, capacità di risposta ai farmaci utilizzati nella cura del virus, tempi di ripresa, presenza di sintomi o sviluppo del virus in condizione asintomatica, pazienti già guariti o ancora afflitti dalla malattia, in modo da capire quali sono i danni che il virus è in grado di provocare e perché questi sono di diversa entità su soggetti differenti. I ricercatori sono ancora alle prese con l’analisi e l’interpretazione dei dati ottenuti e contano di avere i primi risultati pubblicabili da qui a sei mesi.

[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Nessuna sperimentazione animale

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]L’importanza di questo studio non sta solamente nel contributo che offre alla lotta contro il virus pandemico che sta affliggendo tutto il mondo, ma anche nel fatto che viene portato avanti completamente tramite ricerche in vitro, escludendo tutto ciò che riguarda la sperimentazione animale. Solitamente quando si vanno a studiare quelli che sono gli effetti che un agente patogeno o altro hanno sull’apparato respiratorio vengono condotti studi su cavie da laboratorio quali i roditori, che però hanno un’anatomia e una fisiologia respiratoria differente dalla nostra e ciò rende non sempre attendibili i risultati ottenuti e lo si è visto spesso soprattutto in ambito di ricerche sui vaccini.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Nonostante queste differenze biologiche e criticità, che si applicano anche ad altre specie animali utilizzate in ricerche diverse da quelle citate sopra, siamo ancora lontani dalla possibilità di soppiantare completamente dalle fasi dell’indagine clinica l’utilizzo di cavie da laboratorio, ma all’interno della comunità dei ricercatori sono sempre più pressanti gli aspetti di carattere etico che implicano il coinvolgimento di animali e il bisogno di avere una maggiore accuratezza scientifica, quindi innumerevoli sono gli sforzi condotti per rendere la sperimentazione in vitro sempre più efficace e capace di rendersi l’unico mezzo di studio necessario alla ricerca scientifica.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]

L’importanza di questo studio non sta solamente nel contributo che offre alla lotta contro il Covid-19, ma anche nel fatto che viene portato avanti completamente tramite ricerche in vitro, escludendo tutto ciò che riguarda la sperimentazione animale.

[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Con i modelli 3D, come nel caso del bioreattore polmonare realizzato dai bioingegneri del Centro di ricerca Enrico Piaggio, si parla sì di un campione artificiale, ma è pur sempre un modello che riproduce fedelmente le caratteristiche fisiologiche umane e in cui è possibile innestare cellule provenienti direttamente dal nostro organismo, senza ripercussioni etiche o morali.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]La sperimentazione in vitro, inoltre, grazie alla collaborazione e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale permette di avere a disposizione modelli ripetibili e riproducibili innumerevoli volte senza costi in termini di vite e anche con costi monetari ridotti. Inoltre, per esempio i modelli che sono stati applicati per portare avanti la ricerca con il bioreattore polmonare hanno il vantaggio di poter essere applicati e di essere di aiuto anche nello studio di nuovi trattamenti e farmaci sia per il coronavirus che per altre malattie che colpiscono il sistema respiratorio.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Tale versatilità e capacità di adattamento a più casistiche non sono proprie solo di questa ricerca, ma si possono riscontrare anche con altre sperimentazioni in vitro, che interessano diversi apparati e sistemi dell’organismo umano, per la diagnosi, cura e trattamento di ulteriori patologie.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_single_image image="24105"][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Unicità del bioreattore polmonare

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Purtroppo ancora non sono molti i prototipi 3D accurati come il bioreattore polmonare in esame. Quello che ci auspichiamo è che sempre più risorse possano in futuro essere investite nello sviluppo ed evoluzione della sperimentazione in vitro, poiché l’utilizzo di nuove tecnologie come i modelli 3D, l’intelligenza artificiale e le cellule staminali pluripotenti prelevate da pazienti o persone guarite si possono e si devono sfruttare per una ricerca che non solo risparmia vite, ma che abbia anzitutto maggiore valore traslazionale e maggiore affidabilità.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Per adesso ci è dato solo sognare un mondo capace di fare a meno della sperimentazione sugli animali, ma essere già in grado di poterne ridurre l’utilizzo e la brutalità nel trattamento è un grande traguardo e per questo non possiamo che ringraziare gli sforzi fatti in campo di modellistica 3D.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row]

La ripresa dell'economia post-Coronavirus: il piano transizione 4.0

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RIPRESA CORONAVIRUS ECONOMIA - Il Covid-19 ha causato la morte di centinaia di migliaia di persone. La pandemia ha costretto il mondo a modificare radicalmente le proprie abitudini e a dover far fronte ad una profonda crisi economica che ha coinvolto tutti i settori. Ora che il Coronavirus sembra iniziare a ridurre la carica infettiva e, seppur lentamente, potrebbe avviarsi verso una fine. La ricerca, in questo senso, sta facendo passi da gigante ed è sempre più vicina la scoperta di un vaccino pronto a proteggerci da questa terribile epidemia. In chiave economica, però, è necessario pensare subito ad una ripresa delle attività, adattandole alle nuove necessità di un pianeta che è forzatamente avviato verso un cambiamento epocale. Uno degli esempi è stato progettato dalla nuova politica industriale italiana, volta a spingere verso un piano di transizione 4.0. Ma, allora, che cos'è nel dettaglio questa nuova corrente industriale? Scopriamolo insieme.

La ripresa dell'economia post-Coronavirus

"ll Piano Transizione 4.0 è la nuova politica industriale del nostro Paese. Prevede una maggiore attenzione ai settori di Ricerca, Sviluppo e Innovazione tecnologica", spiega Marco Ginanneschi, amministratore delegato della Sercam Advisory. "Lo scopo è quello di sostenere la competitività delle imprese e favorire i processi di transizione digitale e nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale. Ecco una panoramica dei nuovi meccanismi applicativi per il credito d’imposta. E con essi i settori implicati: Ricerca di base e Ricerca applicata, Innovazione Tecnologica, Spese per Transizione ecologica/digitale 4.0, Design e Innovazione estetica".

La ripresa dell'economia post-Coronavirus: il nuovo piano di transizione 4.0

Come il Coronavirus ha cambiato il nostro rapporto con il cibo

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MARCO GINANNESCHI CORONAVIRUS CIBO - L'arrivo improvviso del Coronavirus ha trasformato le nostre vite. Dalla Cina, il Covid-19 ha attraversato tutto il pianeta, arrivando a contagiare quasi 5 milioni di persone e ad ucciderne più di 300.000. Numeri impressionanti, se si pensa che oltre il 10% dei decessi totali si è verificato proprio in Italia. La pandemia ha costretto l'uomo a modificare radicalmente le proprie abitudini di vita, a far fronte a problemi economici anche gravi e a rivedere ogni aspetto del quotidiano. Le sane abitudini sono diventate obblighi di legge. Le norme igieniche, ad esempio, una volta considerate "scontate", si sono trasformate in vere e proprie procedure per evitare il contagio. Mascherine, guanti monouso, gel disinfettante: tre elementi indispensabili, ormai, nella vita di tutti i giorni.

Coronavirus e cibo: l'analisi di Marco Ginanneschi

L'attenzione che si sta avendo nei confronti dell'igiene, ricade direttamente anche sul cibo. Da dove proviene, come è stato preparato, che percorso ha seguito prima di arrivare a noi: il consumatore è diventato molto più attento ad ogni singolo passaggio produttivo. Una ricerca di Yelp, ad esempio, ha confermato che i consumatori sentono maggiormente la necessità di acquistare il cibo in maniera sicura, limitando al minimo il contatto umano. Un dato importante, che si riversa anche sull'economia, visto che anche la riapertura dei ristoranti, dei bar, o dei luoghi in generale in cui si consuma cibo sta risentendo di questa tendenza. Technomic, ad esempio, ha stimato che il 32% delle persone di età adulta sta pensando di non frequentare i ristoranti come prima del Coronavirus. Per questo motivo, la cucina casalinga sta tornando ad essere protagonista nella preparazione dei cibi.

Coronavirus e cibo, attenzione alla sicurezza

Il virologo Fabrizio Pregliasco, in un’intervista a Il Messaggero, ha affrontato il tema del cibo e della sicurezza legata al Coronavirus, rapportandola alla vita quotidiana, dal lavarsi le mani alla spesa nei supermercati. "Non ci sono rischi maggiori rispetto ad altre situazioni. La regola resta sempre la stessa: lavarsi le mani e non portarle mai alla bocca. Semplicemente direi di dare importanza all’igiene, come sempre, e di seguire le regole del buon senso perché altrimenti, a dover disinfettare le buste della spesa, non si vive più. Il coronavirus può restare sulle confezione dei cibi, ma in 4 ore perde la sua carica virale. Inoltre, le temperature basse all’interno del frigo bloccano la circolazione del virus che, ad un certo punto, si distrugge. Così come nel forno, o durante la cottura: bastano 60 gradi per "uccidere" il virus".

Cibo e Coronavirus: legami con una società "diversa"

L'imprenditore Giovanni Lombardi finanzia la ricerca per il Coronavirus

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IMPRENDITORE GIOVANNI LOMBARDI - Dal calcio alla ricerca per combattere la pandemia del Coronavirus. Questo il percorso di Giovanni Lombardi, imprenditore da anni protagonista del mondo dello sport campano e vicino all'acquisto dell'Avellino. Oggi, però, l'emergenza del Covid-19 ha portato Lombardi a finanziare una start-up di ricerca contro il Coronavirus, che dovrebbe coinvolgere anche i Dipartimenti di Nefrologia dell’Università di Napoli e di Wuhan. L'obiettivo è quello di focalizzare le ricerche sull’eparina sodica.

L'imprenditore Giovanni Lombardi finanzia la ricerca contro il Coronavirus

L’eparina è, infatti, un anti-trombotico utilizzato nel trattamento del Covid-19 ed uno dei farmaci sui quali si sta indirizzando la ricerca nell'ultimo periodo. Inizialmente lo studio sull'utilizzo dell'eparina nei casi affetti da Coronavirus non era stato preso in considerazione, ma dopo una prima analisi dei casi della pandemia in Italia, la rotta è decisamente cambiata. L'obiettivo della ricerca, finanziata da Giovanni Lombardi, è quello di capire come l'eparina può agire nella prevenzione della trombosi venosa all'interno dei polmoni. Questo processo, infatti, porterebbe il paziente alla morte, non essendo sufficiente a quel punto la ventilazione.

L’impegno di Giovanni Lombardi

L'impegno di Giovanni Lombardi è dunque ora focalizzato sulla lotta alla pandemia del Coronavirus. L'imprenditore campano, da sempre appassionato di calcio, ha deciso di sostenere l’idea del gruppo di ricerca della Università di Napoli, finanziando una start-up che sta analizzando l'uso dell'eparina nella lotta al Covid-19. Gli studi sull’eparina, dunque, partono dall'uso che già si fa del farmaco nel settore della emodialisi. Gli studiosi stanno approfondendo la tematica, prendendo ad esame casi su un’ampia scala a partire dai contagi di Wuhan, in Cina. Una tesi che ovviamente va nella direzione opposta a quella della cosiddetta immunità di gregge ovvero quella che la maggioranza degli anticorpi sviluppati dalla maggioranza delle persone. Soluzione che l’Oms vede ancora lontana, invitando i Paesi a continuare nella ricerca spasmodica di un vaccino.

Ricerca e sociale: il contributo dell'imprenditore campano

Giovanni Lombardi ha deciso di non rilasciare dichiarazioni su quanto fatto fino ad ora e sul suo contributo alla ricerca. Non solo. Anche nel sociale, l'imprenditore campano ha voluto sostenere alcune associazioni. Il mondo dell'imprenditoria, dunque, è sceso in campo per dare una mano al Paese, in un momento di profonda crisi economica, visto lo stop imposto dal Governo italiano fino al 17 maggio 2020.

La pandemia non è stata ancora debellata, anche se i numeri parlano di un lento miglioramento. Ma la scienza, coadiuvata dalla ricerca, non ha ancora trovato un vaccino per mettere la parola fine all'emergenza mondiale. L’impegno sociale ed economico messo in campo anche da imprenditori come Giovanni Lombardi e da gruppi di aziende, però, è risultato senza dubbio importantissimo per il futuro del Paese. La missione è comune: contribuire alla sconfitta definitiva del Coronavirus.

L'imprenditore Giovanni Lombardi e la lotta al Coronavirus

Coronavirus, inizia la fase 2

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CORONAVIRUS FASE 2 - Da lunedì 4 maggio è iniziata la fase 2. Un passaggio necessario per consentire all'Italia di ripartire con molte attività e alle persone di iniziare a "convivere" con il Coronavirus. Protagonisti dell'ennesimo DPCM del Governo, firmato da Giuseppe Conte il 26 aprile scorso, sono i cosiddetti "congiunti" che potremo andare a visitare, rispettando sempre il distanziamento sociale e le precauzioni del caso. Mascherine in primis che, a questo punto, diventano un cardine fondamentale nell'attuazione delle nuove normative.

Coronavirus e fase 2, cosa è possibile fare

Come già detto, sarà possibile far visita ai "congiunti". Molte famiglie, infatti, con il lockdown delle settimane precedenti, si sono trovate a vivere divise e a non potersi più vedere, se non attraverso una videochiamata. Bar e ristoranti possono riaprire, con alcune limitazioni sempre per mantenere sotto controllo la situazione contagi. Le scuole, invece, restare chiuse e ci si continuerà ad affidare alla didattica a distanza. A tutti, però, sarà concessa l'attività motoria all'aperto, grazie anche all'apertura dei parchi, anche distante dalla propria abitazione. Tutto questo, tuttavia, resta confinato all'interno della propria Regione, dalla quale non sarà possibile uscire.

Coronavirus e gli effetti su bambini e ragazzi

L'intervista alla dott.ssa Monica Terribili, neuropsichiatra infantile dell'ospedale Tor Vergata di Roma

"Stare forzatamente chiusi in casa, in famiglia e con delle regole da seguire, ha fatto riscoprire ai ragazzi la bellezza di uscire. Fino a qualche tempo fa infatti avevamo il problema opposto, i giovani erano confinati nella loro stanza inchiodati davanti allo schermo di un cellulare. Oggi invece, non solo sono più responsabili, ma hanno anche capito che il mondo là fuori vale la pena di essere vissuto pienamente. Quindi non sottovalutate la loro voglia di incontrarsi L’aria aperta è importantissima per i bambini, soprattutto quelli più piccoli, che hanno bisogno di sfogarsi. In questi mesi di quarantena molti bimbi sono diventati apatici e demotivati, travolti dalla noia e senza più voglia di uscire: spronarli e fargli ritrovare la normalità è fondamentale. Quindi sì a passeggiate, con tutte le dovute precauzioni ovviamente. È ovvio che cambierà il modo dei più piccoli di rapportarsi con gli altri. Va spiegato loro, senza ansie, che è una situazione momentanea. I piccoli hanno molta più capacità di adattarsi degli adulti".

I consigli di Virginia Locatelli, psicoterapeuta dell’età evolutiva presso in Centro ergo sum

"Il Coronavirus ci ha fatto riscoprire lo stare in famiglia. Dobbiamo cercare di trasformare la quarantena in un'occasione di riscoprirsi come mamme e papà: cominciare a giocare con i nostri figli, creare dei momenti esclusivi con loro e soprattutto non chidere troppo a noi stessi: tra didattica a distanza, figli e lavoro le famiglie stanno facendo i salto mortali. Diamoci del tempo: la serenità del genitore si ripercuote su tutto il nucleo familiare. Il web di per sé non è negativo, basta che non diventi l’unica attività della giornata. I social? I ragazzi sono semplicemente scomparsi. Esistono perché esiste la didattica a distanza. I diciottenni chiuderanno il loro percorso scolastico senza il viaggio d’istruzione dell’ultimo anno, senza le lacrime dell’ultimo giorno di scuola, senza sentire l’odore dell’aula per l’ultima volta e provarne già nostalgia, senza il viaggio di maturità. Forse noi, gli adulti, quelli che l’esame di Stato ormai lo sognano da decenni, dovremo cominciare a dire loro qualcosa, dimostrare a noi e a loro che ci sono, che esistono".

Bambini e adolescenti, fase 2: approfondire l'argomento

Fare impresa ai tempi del Coronavirus

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CORONAVIRUS - La pandemia del Coronavirus ha cambiato il modo di pensare e di agire del mondo intero. È bastato un attimo e le vite di ogni essere umano sono state stravolte, dovendosi adattare a nuove direttive, a diversi stili di vita. In tutto questo, anche le aziende hanno subìto notevoli cambiamenti. Il lock-down imposto dal Governo in Italia, almeno, ha portato molte imprese ad adottare dei cambiamenti e ad indirizzarsi verso nuovi orizzonti. Soprattutto tecnologici e virtuali.

Fare impresa ai tempi del Coronavirus

Ad aver intuito il momento di emergenza, ancor prima delle istituzioni, è stata Francesca Masiero, presidente e amministratore delegato della Pba. Se vi state chiedendo di chi si tratta, vi basterà sapere che la sua azienda ha fornito all'Empire State Building di New York il maniglione dell'ingresso. Un'impresa del Nord Italia, a Tezze sul Brenta, che lo scorso anno ha fatturato 18 milioni di euro commercializzando serramenti, maniglie, maniglioni con serratura, corrimano per grandi edifici, accessori per attrezzare i bagni di ospedali e di residenze assistenziali ed ausili per eliminare le barriere architettoniche. A metà febbraio, quindi prima del primo positivo al Coronavirus in Italia, Francesca Masiero ha deciso di acquistare per i suoi dipendenti delle mascherine FFP3, spaventata da quanto stava accandendo in Cina

L'intuizione di un'imprenditrice che ha "anticipato" il Coronavirus

"Li ho terrorizzati. Gli ho detto scordatevi che qualsiasi cosa sia successo in Cina non possa capitare anche qui",  le sue parole durante l'intervista a "Otto e mezzo", trasmissione di Lilli Gruber . "Navigavamo a vista, pensavo che fosse meglio esagerare con le precauzioni contro questo nemico sconosciuto. E devo dire che sono stati felicissimi. Non abbiamo avuto fino adesso casi di Covid 19. Tamponi? Non me li hanno dati. Figuriamoci, non li fanno neppure al personale medico. L'emergenza poteva essere intercettata. Occorre fare un passo indietro sulla realtà per capire ciò che sta succedendo, e soprattutto un imprenditore deve lavorare ex ante, non ex post. Dopo la chiusura di Wuhan in Cina, alcuni nostri importanti clienti americani, aziende che fatturano 30, 40 miliardi di dollari, mi hanno chiamato per dirmi se saremmo stati in grado di subentrare ai cinesi per diventare loro fornitori. Chiedevano di pagare 10 quello che fino ad allora avevano pagato uno, perché noi costiamo moltissimo. Mi sono subito insospettita, ho pensato: c'è qualcosa che non funziona. Ho chiamato qualche amico ma non avevano il sentore del pericolo".

Lo "choc morale" della pandemia

"L'inaudito è anche ineffabile: come fai a spiegare quello che non hai ancora capito? Due mesi fa parlavamo delle liti tra Renzi e Salvini, della prescrizione, argomenti per cui era possibile che cadesse il governo. Ora siamo al diluvio universale. Per la verità c'erano anche prima i presupposti: una società che accetta la strage in mare di tanti poveri cristi, forse non ha più titolo per andare avanti. Ci voleva uno choc morale", conclude la Masiero.

L'inizio di una nuova era, più tecnologica e virtuale

Uno choc morale, sì, ma anche tecnologico. Questa pandemia porterà l'economia mondiale verso una nuova fase e trascinerà con sè le aziende che, per non essere risucchiate dal vortice, dovranno adattarsi alle nuove esigenze dei consumatori. Nuove tecnologie, dunque, che si affideranno di certo alla realtà virtuale, al 3D, alla creazione di location e stand nei quali poter vivere quello che prima si poteva fare di persona, dal vivo. Imprenditori ed imprenditrici sono avvisati: l'adattamento è sinonimo di sopravvivenza ai tempi del Coronavirus.

Coronavirus e fare impresa