Commissariamento ACI, il Consiglio di Stato non sospende il decreto: la decisione passa al TAR
Il Consiglio di Stato ha accolto parzialmente l’appello presentato dall’ex presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, contro il decreto di commissariamento firmato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri lo scorso 21 febbraio. Tuttavia, la Terza Sezione – con ordinanza n. 2254/2025 pubblicata oggi – ha scelto di non sospendere il provvedimento, rimandando ogni valutazione nel merito al TAR del Lazio.
Il nodo: la terza rielezione e il commissariamento
La decisione impugnata aveva decretato la decadenza di Sticchi Damiani dalla carica di presidente dell’Automobile Club d’Italia, con la contestuale nomina del generale Tullio Del Sette a Commissario straordinario. Al centro della vicenda giuridica, la presunta incompatibilità della terza riconferma per la carica presidenziale dell’Ente, in base a una norma del 1978 che vieta più di due mandati negli enti pubblici.
Secondo la difesa dell’ex presidente, quella norma non sarebbe applicabile all’ACI, che ha natura elettiva e rientrerebbe nel regime normativo delle Federazioni Sportive. Un quadro, quest’ultimo, che permetterebbe una quarta elezione qualora sostenuta da un quorum rafforzato – come accaduto nell’assemblea dell’ottobre 2024, che vide Sticchi Damiani rieletto con oltre il 90% dei consensi.
Il parere del Consiglio di Stato: prevale l'interesse dell'Ente
Pur riconoscendo l’interesse di Sticchi Damiani a concludere il suo mandato, il Consiglio di Stato ha stabilito che, in via cautelare, prevale l’interesse dell’ACI a mantenere continuità amministrativa con il Commissario già in carica. Pertanto, ha deciso di non sospendere l’efficacia del commissariamento in attesa della decisione definitiva sul caso.
Tutto rinviato al TAR
La vera partita, dunque, si giocherà nei prossimi mesi al TAR del Lazio. Il tribunale amministrativo dovrà decidere se la Presidenza del Consiglio abbia legittimamente applicato la norma del 1978 oppure se, come sostiene Sticchi Damiani, tale vincolo non sia più valido per l’ACI in virtù di norme sopravvenute e precedenti storici (un altro presidente fu eletto per cinque mandati tra gli anni '80 e '90).