Yacht Club de Monaco: cinque anni di innovazione sostenibile per lo yachting del futuro

Tempo di lettura: 2 minuti

Il 21 e 22 settembre 2025 torna allo Yacht Club de Monaco il Monaco Smart & Sustainable Marina Rendezvous, evento internazionale giunto alla quinta edizione dedicato all’innovazione sostenibile nel settore nautico. Nato nel 2021 e organizzato da M3 Monaco con il sostegno della Fondazione Principe Alberto II, il format si è affermato come punto di riferimento globale per la transizione ecologica delle marine, coinvolgendo ogni anno oltre 250 professionisti: investitori, architetti, gestori di marina e startup da tutto il mondo.

“In cinque anni l’evento è diventato un hub per lo yachting responsabile, collaborativo e innovativo”, sottolinea José Marco Casellini, CEO di M3 Monaco.

Cinque anni di risultati concreti

Dal debutto nel 2021, il Rendezvous ha supportato oltre 110 startup50 marine e 30 studi di architettura, favorendo lo sviluppo di soluzioni già operative:

Edizione 2025: debutta lo SMART Dock

Quest’anno debutta il progetto SMART Dock, un laboratorio collaborativo per sviluppare il pontile intelligente, sostenibile e modulare del futuro. Sarà un’infrastruttura connessa, attenta alla biodiversità e pensata per accompagnare la transizione energetica delle marine internazionali.

Architettura e sostenibilità: la sfida globale

Lo Smart Marina Architecture Competition, lanciato nel 2021, ha già coinvolto 104 studenti e 30 studi provenienti da 24 Paesi. L’edizione 2025 avrà come sede progettuale l’Isola della Certosa a Venezia, con il tema The Frame of Venice.

Ai partecipanti è richiesto di sviluppare tre infrastrutture resilienti per la Venezia Certosa Marina, con criteri che includono:

I progetti finalisti saranno presentati in occasione dell’evento, con premiazioni nelle categorie Studente e Professionista.

Premi e riconoscimenti internazionali

Il 22 settembre, alle ore 16:00, si terrà la cerimonia degli International Smart & Sustainable Marina Awards, con riconoscimenti per:

Fra i vincitori delle passate edizioni figurano nomi di prestigio come Flisvos MarinaKarpaz Gate MarinaLimassol Marina e Kos Marina.

Un impegno allineato agli SDG ONU

Il Monaco Smart & Sustainable Marina Rendezvous non è solo una vetrina di innovazioni, ma un acceleratore concreto di progetti allineati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Un luogo dove la tecnologia incontra la biodiversità, l’architettura incontra la resilienza e la nautica abbraccia l’energia pulita.

Black Jack 100 trionfa alla Rolex Fastnet Race 2025

Tempo di lettura: 2 minuti

È Black Jack 100 a scrivere il proprio nome nell’albo d’oro della 51ª Rolex Fastnet Race, conquistando la vittoria in tempo reale nella categoria dei monoscafi. Il maxi yacht di 100 piedi, guidato dal timoniere Tristan Le Brun, ha tagliato il traguardo a Cherbourg alle 00:21 di martedì 29 luglio, dopo 2 giorni, 12 ore, 31 minuti e 21 secondi di navigazione senza sosta.

Una prestazione straordinaria per il team capitanato da Remon Vos, membro dello Yacht Club de Monaco (YCM), che ha strappato il prestigioso trofeo Erivale al termine di un duello adrenalinico con SHK Scallywag, l’altro maxi scafo da 100 piedi rimasto incollato alla poppa di Black Jack 100 fino alle ultime miglia.

Duello ravvicinato fino al Fastnet Rock

La sfida tra i due colossi ha raggiunto l’apice al largo del Fastnet Rock, in condizioni di vento superiore ai 20 nodi. Qui, l’equipaggio di Le Brun ha dimostrato sangue freddo e prontezza tattica: tre rapidi cambi di vela – da fiocco a J0 fino al potente spinnaker A2 – hanno permesso a Black Jack 100 di prendere il margine decisivo.

«L’anno scorso siamo arrivati secondi alla Middle Sea Race. Stavolta abbiamo trovato il nostro momento», ha dichiarato Le Brun. «Non bastano barca e strategia, serve anche un pizzico di fortuna. Questa vittoria è frutto di un lavoro di squadra durato solo un anno e mezzo».

Un finale ricco di insidie

Il vantaggio costruito faticosamente è stato però messo a rischio dalle correnti del Raz Blanchard, che hanno avvicinato pericolosamente gli inseguitori. «Abbiamo passato le ultime due ore a rifinire la rotta al buio, vicino alla costa», racconta ancora Le Brun. «Una manovra delicata ma determinante».

Alle 01:19, solo un’ora dopo il vincitore, è arrivato SHK Scallywag, seguito cinque minuti più tardi da Leopard 3 di Joost Schuijff, anch’egli rappresentante del Principato.

Monaco protagonista anche nell’Admiral’s Cup

La Fastnet Race 2025 è anche l’evento conclusivo della rinata Admiral’s Cup, tornata in calendario dopo oltre vent’anni. In questo contesto, continua a brillare il team monegasco. Pierre Casiraghi, vicepresidente dello YCM, guida Jolt 6, attualmente secondo nella AC Class 2, mentre Jolt 3 di Peter Harrison è in rimonta nella Class 1. Entrambe le imbarcazioni sono ancora in gara, e i punteggi della Fastnet (coefficiente 3) potrebbero ribaltare le classifiche finali.

Nel frattempo, Oren Nataf e Vincent Riou portano avanti la sfida tra i multiscafi con Rayon Vert, mentre Giovanni Lombardi Stronati rappresenta l’Italia con Django WR51 e Django JPK. Anche per loro, l’arrivo è previsto entro il 30 luglio.

Occhi sulla Palermo-Montecarlo

Per Black Jack 100, la Fastnet è solo l’inizio. Il maxi yacht è atteso ora alla 20ª Palermo-Montecarlo, che partirà il 19 agosto da Mondello, organizzata dal Circolo della Vela Sicilia in collaborazione con lo Yacht Club de Monaco e lo Yacht Club Costa Smeralda. Un altro banco di prova per un equipaggio che ha già dimostrato di saper vincere.

Il verdetto finale? Decideranno i tempi compensati

Se Black Jack 100 ha vinto in tempo reale tra i monoscafi, il nome del vero vincitore della Rolex Fastnet Race 2025 resta in sospeso. Bisognerà attendere il calcolo dei tempi compensati IRC, che potrebbero riservare sorprese e spostare l’attenzione anche su imbarcazioni più piccole ancora in mare. Come sempre, alla Fastnet non si vince finché l’ultima barca non taglia il traguardo.

Monaco Energy Boat Challenge: l’Energy Observer protagonista allo Yacht Club di Monaco

Tempo di lettura: 2 minuti

Il futuro della nautica sostenibile prende forma a Monaco, dove lo Yacht Club di Monaco ospita una nuova edizione della Monaco Energy Boat Challenge, l’evento internazionale dedicato all’innovazione nei trasporti marittimi. Grande protagonista di quest’anno è l’Energy Observer, il primo catamarano a zero emissioni, alimentato da un mix di energia solare, eolica, idroelettrica e idrogeno prodotti direttamente a bordo.

Ormeggiata presso la Marina dello YCM, l’imbarcazione è molto più di una semplice barca: è un laboratorio galleggiante che da anni testa e dimostra la fattibilità delle tecnologie energetiche rinnovabili applicate alla navigazione.

Giovani ingegneri a bordo: formazione e futuro green

In occasione della Challenge, l’Energy Observer si è trasformato in un ponte tra generazioni, accogliendo a bordo giovani ingegneri provenienti da tutto il mondo, protagonisti di una vera e propria trasmissione di sapere tra ricerca e innovazione applicata. Gli studenti hanno potuto toccare con mano le soluzioni tecnologiche sviluppate a bordo, dalla vela verticale ispirata all’aerodinamica fino ai serbatoi di idrogeno.

“Capire che ciò che progettiamo nei paddock trova una reale applicazione su una nave come questa è incredibile”, ha raccontato Enguerrand del team francese Néréides – UTT. Un’opportunità formativa e motivazionale senza precedenti.

Un viaggio di nove anni verso la neutralità carbonica

Dal 2017 l’Energy Observer ha già percorso oltre 68.000 miglia nautiche, visitato più di 50 Paesi e testato con successo svariate tecnologie pulite in condizioni reali. Ma l’avventura è tutt’altro che finita. Venerdì 6 giugno 2025, durante l’apertura della Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani (UNOC3), è stato presentato EO3, il nuovo catamarano-laboratorio destinato a una spedizione globale di nove anni (2025-2033) per esplorare soluzioni energetiche sempre più sostenibili.

“Costruiremo una nuova nave entro il 2027 e siamo alla ricerca di giovani talenti pronti a salpare con noi per studiare la neutralità carbonica”, ha dichiarato Benedicte Gallon, vicedirettrice generale dell’Observer.

Monaco al centro della transizione energetica

La presenza dell’Energy Observer alla Monaco Energy Boat Challenge conferma il ruolo strategico del Principato e dello Yacht Club di Monaco come hub internazionale della transizione energetica in mare. Un simbolo concreto di come innovazione, ricerca e sostenibilità possano davvero andare nella stessa direzione.

Urban District, il nuovo quartiere green e inclusivo nel cuore sostenibile di Roma

Tempo di lettura: 2 minuti

A sud di Roma, tra Laurentina e Cecchignola, prende forma Urban District, il più ambizioso progetto residenziale sostenibile della Capitale. Inserito nel cuore di Città Verde, il complesso rappresenta il tassello conclusivo di una visione urbanistica innovativa e inclusiva. Con le sue 225 unità abitative pronte entro il 2027 e 4.500 metri quadrati di spazi commerciali, Urban District punta a rivoluzionare il concetto di abitare in città, con un occhio attento alla sostenibilità ambientale e alla qualità della vita.

Un investimento da 40 milioni per un quartiere a impatto (quasi) zero

Con oltre 40 milioni di euro investiti, il progetto raggiungerà un valore stimato di 80 milioni di euro in immobili e infrastrutture. Ma i numeri più significativi sono quelli legati alla sostenibilità:

Un quartiere costruito per anticipare – e superare – gli standard della Direttiva UE "Casa Green", e che ha già ottenuto la certificazione GBC Home per tre edifici dello smart district, con l’obiettivo di ottenere anche quella GBC Quartieri.

Residenze flessibili, economia circolare e arte urbana

Il progetto architettonico firmato dall’impresa La Leva, guidata da Alessandro Guglielmi, integra soluzioni abitative personalizzabili, bilocali, trilocali e combinazioni modulari. Al piano strada sorgerà una galleria commerciale pensata per la prossimità e l’economia circolare, con spazi per farmacia, bar, ferramenta e altri servizi di vicinato.

Non solo funzionalità: Urban District sarà circondato da una passeggiata artistica ispirata al New European Bauhaus, a sottolineare l’unione tra estetica, sostenibilità e innovazione tecnologica. Le facciate degli edifici, rivestite in legno e vetro, rispecchiano il linguaggio di Città Verde, che fonde tradizione e contemporaneità.

Un quartiere per tutti, non solo per pochi

A rendere Urban District ancora più distintivo è la scelta etica in fase di vendita: mantenere prezzi accessibili, rinunciando a parte della marginalità per favorire l’inclusione e l’equità sociale, anche rispetto agli edifici più obsoleti della zona, sprovvisti di qualsiasi certificazione green.

Con Urban District, Roma compie un passo decisivo verso un modello urbano più accessibile, ecologico e innovativo, dove il benessere individuale si fonde con la responsabilità collettiva. Un esempio concreto di come si possa costruire – e vivere – una città diversa.

Lo Yacht Club di Monaco ottiene l’accreditamento RYA

Tempo di lettura: 2 minuti

Il 24 giugno 2025, lo Yacht Club di Monaco (YCM) ha annunciato con orgoglio di aver ottenuto l'accreditamento ufficiale dalla Royal Yachting Association (RYA), l’organismo britannico di riferimento mondiale per la formazione nautica e gli sport acquatici. Un risultato di rilievo che consolida il ruolo del club monegasco come polo d’eccellenza per la preparazione dei professionisti del mare.

Lo Yacht Club di Monaco entra nel network RYA: riconoscimento internazionale per la formazione nautica

Ad annunciare la notizia è stato il presidente del club, Sua Altezza Reale il Principe Alberto II, durante il cocktail dei soci:

“Questo riconoscimento internazionale rafforza la qualità della nostra formazione a beneficio degli equipaggi professionisti e dei giovani della nostra sezione sportiva”.

L’accreditamento riguarda sia La Belle Classe Academy – il centro di formazione dello YCM – sia la sezione sportiva del club, ampliando così un’offerta già solida con nuovi corsi RYA come Dinghy Sailing e Personal Watercraft, affiancati ai corsi già attivi Powerboat Level I & II.

Formare i velisti di domani: il nuovo corso con standard internazionali

A guidare il programma formativo sarà Tiziano Massa, il primo allenatore del club certificato RYA Sailing Scheme Senior Instructor. Il corso intensivo di tre giorni si concentrerà sull’insegnamento delle abilità tecniche e marittime, sotto la supervisione di James Brooke, Capo Istruttore RYA presso lo YCM.

“Dopo aver viaggiato in tutto il mondo supervisionando corsi RYA, sono estremamente orgoglioso di far parte di questo eccezionale team”, ha commentato Brooke.

L’obiettivo del club è ambizioso: formare una nuova generazione di velisti, offrendo corsi disponibili tutto l’anno e pensati anche per i giovani grazie allo YCM Summer Yachting Camp. Quest’ultimo, in collaborazione con Seascope France, propone ai ragazzi tra i 16 e i 22 anni un’esperienza completa di introduzione alla nautica, con formazione teorica, pratica e certificazioni internazionali.

Monaco, capitale dello yachting avanzato

Il Direttore Generale e Segretario Generale dello YCM, Bernard d’Alessandri, ha evidenziato la portata strategica dell’iniziativa:

“La Belle Classe Academy continua a soddisfare le esigenze degli appassionati e dei professionisti della nautica, affermando la posizione di Monaco come riferimento globale della nautica sostenibile. Questa iniziativa è pienamente in linea con il nostro approccio collettivo ‘Monaco, capitale dello yachting avanzato’”.

Con questo nuovo traguardo, il Principato rafforza la sua posizione sul panorama nautico internazionale, diventando sempre più un punto di riferimento per una formazione d’eccellenza nel settore dello yachting e della vela.

Santa Vittoria: una comunità di persone tra creatività e ricerca 

Tempo di lettura: 5 minuti

SANTA VITTORIA - Francesco Niccolai non avrebbe mai pensato che nella sua vita si sarebbe ritrovato a condurre un'azienda agricola importante. Però è stato così, e se all'inizio è stata una necessità dover condurre l'azienda agraria di famiglia, a seguito della improvvisa scomparsa del padre, alla fine, con Santa Vittoria, si è trattato del realizzarsi di una vera passione maturata nel tempo. Questo perché è rimasto affascinato da questo mondo in cui è vissuto da bambino e di cui ha saputo ritrovare i valori tra cui era cresciuto e innestarvi il suo amore per la ricerca, per lo studio e per la conoscenza. Questo in un settore in cui spesso è più importante il "come" che non il "perché" e Francesco  ha  voluto   coniugare tradizione ed innovazione.

Emilio Parati, il fratello e amico dai valori su cui ancora oggi si fonda Santa Vittoria

Francesco Niccolai è pienamente inserito nei valori di quella che era la vita di campagna, ove è vissuto negli anni successivi all'ultima guerra. Intorno a lui le persone  vivevano nei poderi a mezzadria, ma soprattutto avevano rapporti gratificanti tra persone ("ricordo che si lavorava cantando e si rideva spesso" ) che oggi ai più sembrano essere solo un  lontano mito. Ma non per il titolare di Santa Vittoria che ha voluto ricreare quella stessa aria anche nella sua attività presente ma non solo. Infatti ci ha detto di aver voluto ricreare un'azienda non con  la sola coltura di della vite ma con coltivazione anche di oliveti e di vari  seminativi e con ciò riproducendo i cicli lavorativi dei vecchi poderi che, oltre a garantire una biodiversità, assente nelle monocolture viticole,  aveva la insita saggezza di distribuire e quindi garantire il lavoro agli addetti per tutto l'arco dell'anno.

Il suo arrivo a Santa Vittoria nel 1980 è stato casuale, ma quando ha conosciuto oltre a l'amenità dei luoghi,  la qualità delle persone che vi lavoravano, ha deciso di rimanerevi.

Fino dai primi giorni in cui mette i piedi in azienda, c'è una figura che lo colpisce e che lo accompagnerà per  40 anni, si tratta di Emilio Parati un operaio che incarna e trasmette quei valori e miti dell'infanzia a cui Francesco, come Emilio,  è molto affezionato, e che al tempo stesso è un lavoratore molto competente, appassionato ed intelligente.

"La prima sera che venni a Santa Vittoria ed aspettai che tutti se ne fossero andati per rimanere a lungo in ufficio, quando stavo per andarmene mi accorsi che Emilio stava in piedi fuori della porta. Quando gli feci presente che poteva andarsene essendo ormai da tempo finito l'orario di lavoro, lui disse che voleva rimanere perché era lui che doveva chiudere il cancello della fattoria come aveva sempre fatto. Non gli ho mai chiesto perché per lui questo gesto fosse tanto importante ma da allora ha quasi sempre atteso che io lasciassi l'azienda prima di andarsene".

Questo è uno dei tanti aneddoti che Francesco ci ha raccontato quando siamo stati a visitare la sua cantina. Dalla sua voce e dalle sue parole traspariva tutta l'ammirazione per quell'uomo che non è stato un semplice collaboratore ma quasi un fratello con cui concordare tutte le decisioni per 40 anni, pur dandosi entrambi sempre del "lei".

Sottolineava Francesco che uno dei tanti meriti di Emilio è stato quello di aver trasferito agli altri operai e tecnici la passione e la serietà nel lavoro, facendo crescere la qualità personali e professionali degli altri in particolare di Claudio Guerrini che, introdotto giovanissimo  in azienda, è oggi il responsabile enologo e  svolge anche molti altri compiti, in base al principio in cui Francesco crede, che "è bene che tutti facciano tutto".

La ricerca e lo studio è alla base di Santa Vittoria

Per Francesco però non ci sono solamente i valori di una volta da conservare, ma da studioso quale è, ritiene importante sapere "perché" nell'agricoltura e nella enologia si seguono certe pratiche e certe operazioni agronomiche ed enologiche, perché solo conoscendo si possono introdurre cambiamenti.

Essendo impegnato in altre attività professionali, Francesco per molti anni ha messo piede a Santa Vittoria solo qualche ora e poche volte alla settimana (ma trascorrendo lì i fine settimana, perché la terra "per conoscerla bisogna pestarla") lasciando ad Emilio di guidare su tutto e confrontandosi,quasi tutte le sere, durante le consuete lunghe telefonate ove si faceva il consuntivo della giornata è il programma per i lavori dei giorni successivi, dopo aver visto le previsioni meteo al telegiornale di Rai 1 delle 20.

Eh sì perché Francesco, che  ha svolto l'attività di avvocato, si è costruito studiando le basi teoriche per poter gestire sia l'attività agricola che quella enologica, fino a frequentare i corsi di enologia all'Università di Bordeaux.

Persone, conoscenza, creatività e ricerca la ricetta per un buon prodotto

Le fondamenta della Fattoria Santa Vittoria si costruiscono su valori di buoni rapporti umani tra chi vi lavora e utopia agricola, fatta di esperienze tratte  dalla tradizione e dalla continua ricerca. A Santa Vittoria gli uomini non sentono il bisogno di scappare non appena si conclude l'orario di lavoro ma hanno il piacere di rimanere a parlare per condividere nuove idee e nuove esperienze o comunque per stare assieme.  A Santa Vittoria ognuno è invitato a dire la sua in relazione alle specifiche competenze ed è partendo dalle idee di ciascuno che si cerca di operare una sintesi, per cercare di risolvere i problemi, grandi e piccoli, che nell'azienda sorgono.

A Santa Vittoria si fa sperimentazione e ricerca di nuove pratiche agronomiche e di vini innovativi, fino dal campo sperimentale del 1992 quando, sotto la direttiva dell'Istituto di Viticoltura, furono piantate 30 nuove varietà di uve che, per 8 anni, furono microvinificate ed i risultati sottoposti a valutazione in incontri con esperti ed appassionati. 

Da 15 anni vengono programmate e condotte, con la collaborazione del CREA di Arezzo (Istituto di ricerca in viticoltura ed enologia), sperimentazioni di nuovi vini con uve meno note o processi enologici innovativi  ed ogni anno sono organizzati incontri con tecnici ed appassionati per la valutazione dei risultati delle microvinificazioni realizzate da Claudio. Tutti coloro che lavorano a Santa Vittoria sono sempre invitati. 

Oggi non si può più pensare di coltivare come si faceva una volta perché la meccanizzazione e le nuove conoscenze  di viticoltura ed enologia hanno fornito nuove opportunità, oltre al mutato gusto dei consumatori. Inoltre anche  i cambiamenti climatici stanno mettendo gli agricoltori a dura prova e costringono ad innovare.e cercare nuove soluzioni. Questa è la logica che ha spinto Santa Vittoria a fare ricerche sia sui vitigni minori tradizionali ma trascurati, che su uve nuove per il nostro territorio. È il caso del Pugnitello, questa uva era stata abbandonata anche per la sua scarsa produttività, ma Santa Vittoria ne ha valorizzato le ottime qualità enologiche  Inoltre Santa Vittoria ha sviluppato una tipologia di vini con uve attaccate da botrytis governandone gli effetti e con questo procedimento ho ottenuto interessanti e piacevolissimi vini.

In sostanza a Santa Vittoria con Francesco, Emilio, Claudio e  gli altri riteniamo che si sia realizzato un esempio di come una comunità di lavoro possa ottenere ottimi risultati quando lo spirito che li guida è la voglia di stare assieme e condividere tutti uno  scopo: provare piacere nel fare bene quello che si fa.

Pochi mesi fa Emilio è deceduto, lasciando il vuoto che si può immaginare. Marta figlia di Francesco, in ricordo ha realizzato il book fotografico che ha regalato agli amici di Emilio dal significativo titolo FRANCESCO, EMILIO E SANTA VITTORIA.

Imola fuori dal calendario F1 dal 2026: la decisione era nell’aria

Tempo di lettura: 2 minuti

L’esclusione del Gran Premio di Imola dal calendario di Formula 1 a partire dal 2026 non è una sorpresa improvvisa, ma l’esito di una crisi annunciata. A confermare i segnali premonitori è una lettera del presidente e amministratore delegato di Formula One Group, Stefano Domenicali, inviata il 30 dicembre 2024 ai ministri Giancarlo Giorgetti, Matteo Salvini e Andrea Abodi, e visionata da LaPresse.

La questione ACI e il rischio per Monza

Pur non citando direttamente Imola, Domenicali nella missiva esprimeva forti preoccupazioni sul futuro del rapporto con l’Italia, soprattutto in merito alla gestione dell’Automobile Club d’Italia (ACI), commissariata il 3 marzo 2025 a seguito di un decreto della Presidenza del Consiglio. La situazione dell’ACI ha sollevato dubbi sulla capacità di garantire gli standard richiesti per ospitare un GP di F1.

Nella lettera, l’ex team principal della Ferrari sottolinea l’importanza di una relazione stabile con ACI, definita "punto di riferimento e garanzia di credibilità" per la F1 a livello internazionale. Domenicali evidenzia come la realizzazione di un Gran Premio richieda, oltre a risorse economiche, una capacità progettuale, gestionale e organizzativa affidabile. Il cambio al vertice dell’ACI rischia di compromettere tali garanzie.

Anche il futuro del GP di Monza, il cui contratto scade nel 2031, viene indirettamente messo in discussione. La pista brianzola necessita di urgenti lavori di ammodernamento, sinora gestiti dall’ex presidente Angelo Sticchi Damiani, estromesso proprio a seguito del commissariamento.

Commissariamento e elezioni ACI: un nodo politico

Attualmente l’ACI è sotto la guida del commissario straordinario Tullio Del Sette, ma la situazione potrebbe cambiare a breve. Il 9 luglio è in programma l’assemblea elettiva già fissata da Sticchi Damiani prima della sua rimozione, con Giuseppina Fusco e Geronimo La Russa – figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa – in corsa per la successione.

Un eventuale colpo di scena potrebbe arrivare il 19 giugno, quando il Consiglio di Stato si pronuncerà sulla sospensiva richiesta dall’ex presidente Sticchi Damiani, rieletto a larga maggioranza lo scorso ottobre per il quadriennio 2025-2028.

Drone show a Roma: BYD lancia la Dolphin Surf con uno spettacolo di luci sullo Stadio Olimpico

Tempo di lettura: 2 minuti

Roma scrive una nuova pagina di spettacolo e tecnologia. Per la prima volta nella Capitale, centinaia di droni luminosi hanno danzato sopra lo Stadio Olimpico in una coreografia aerea mozzafiato. L’occasione è stata il lancio della nuova auto elettrica compatta e low cost BYD Dolphin Surf, presentata con un drone show aperto al pubblico che ha illuminato la notte romana con figure 3D, musica e messaggi di sostenibilità.

Il drone show: spettacolo tecnologico e sostenibile

Lo show, già molto diffuso in Asia, ha visto protagonista una gigantesca sagoma luminosa di un’automobile che ha attraversato simbolicamente i monumenti più iconici della città: dal Colosseo alla statua equestre di Marco Aurelio sul Campidoglio, fino alla Basilica di San Pietro. A chiudere lo spettacolo, le scritte “Join the green wave, BYD Dolphin Surf” e “Build Your Dreams”, il motto del colosso cinese.

La tecnologia utilizzata è UAV (Unmanned Aerial Vehicle), che consente il comando a distanza e la perfetta sincronizzazione dei droni per creare coreografie tridimensionali a centinaia di metri da terra, una versione moderna e silenziosa dei fuochi d’artificio.

Presentazione ufficiale e obiettivi di mercato

Lo spettacolo è stato l’epilogo del Dynamic Launch Event organizzato da BYD (Build Your Dreams) a Roma, con la partecipazione di influencer, esponenti del mondo dello spettacolo, giornalisti e imprenditori. A fare gli onori di casa, Stella Li, vicepresidente globale di BYD, e Alfredo Altavilla, special advisor per il mercato europeo.

Dolphin Surf: elettrica, compatta e accessibile

Con un prezzo di lancio inferiore ai 20.000 euro, la BYD Dolphin Surf si propone come l’auto ideale per chi non ha mai considerato un veicolo elettrico. Pensata per la mobilità urbana, vanta dimensioni compatte e una ricarica ultra rapida: dal 30% all’80% in soli 22 minuti grazie al fast charging.

Attualmente presente in 29 paesi, BYD punta a espandersi in altri 12 mercati entro la fine dell’anno, e con la Dolphin Surf ambisce a conquistare il mercato europeo, proponendosi come una valida alternativa ai brand storici nel settore dell’elettrico.

Giornata mondiale degli studi clinici 2025: Novo Nordisk accelera sulla ricerca in Italia

Tempo di lettura: 2 minuti

In occasione della Giornata internazionale degli studi clinici, che si celebra il 20 maggio, Novo Nordisk rilancia il suo impegno strategico in Italia con una crescita superiore al 50% del numero di studi clinici entro il biennio 2025-2026. Al centro della ricerca: malattie croniche come obesità, diabete e patologie cardiovascolari, ma anche malattie rare e nuove aree terapeutiche come l’Alzheimer e le patologie epatiche.

L’Italia al centro della strategia globale di Novo Nordisk

razie all’apertura del Centro di Sviluppo Clinico (CDC) in Italia nel 2024, Novo Nordisk ha già coinvolto oltre 1.200 pazienti in 300 centri attivi. Un impegno che punta a raddoppiare nei prossimi mesi, rafforzando la posizione dell’Italia come Paese strategico per la ricerca clinica internazionale.

«Vogliamo rendere l’Italia ancora più attrattiva e competitiva nella ricerca clinica», afferma Amale Chalfoun, Clinical, Medical and Regulatory Director di Novo Nordisk Italia.

Un investimento in salute, innovazione e occupazione

L’espansione del programma di ricerca non è solo scientifica ma anche occupazionale: il team di Novo Nordisk Italia dedicato alla ricerca clinica ha visto un aumento del 100% del personale specializzato. Un segnale concreto del valore che l’azienda attribuisce a questo settore.

Ricerca clinica: una priorità anche per il Sistema Sanitario Nazionale

Nel Piano strategico del Ministero della Salute, la ricerca clinica è riconosciuta come pilastro della sanità pubblica. Favorire la collaborazione tra enti pubblici, privati e aziende farmaceutiche è essenziale per:

Progetto CARE: snellire le procedure per accelerare l’innovazione

Tra le iniziative più significative promosse da Novo Nordisk figura il progetto CARE – Clinical Advancement and Research Excellence, coordinato da un Comitato multidisciplinare permanente. L’obiettivo è rendere più efficienti i processi che regolano gli studi clinici, ottimizzandone efficacia e rapidità.

Novo Nordisk: “Un impegno a 360° per il futuro della ricerca”

«Il nostro è un impegno a 360°: vogliamo contribuire a una ricerca clinica sempre più all’avanguardia, sensibilizzando l’opinione pubblica e garantendo ai pazienti accesso rapido a terapie innovative», conclude Amale Chalfoun.

Nasce REFE Holding S.p.A.: un nuovo player strategico per il real estate italiano

Tempo di lettura: 2 minuti

Il mercato immobiliare italiano si arricchisce di un nuovo attore istituzionale: REFE Holding S.p.A., guidata dall’Avv. Massimiliano Sammarco e da un team di esperti del settore. La nuova società punta su innovazione, governance e sostenibilità per valorizzare gli asset immobiliari con una visione di lungo periodo.

Un nuovo protagonista nella filiera immobiliare

È stata ufficialmente costituita REFE Holding S.p.A., una nuova società di partecipazioni che si propone come punto di riferimento strategico per la valorizzazione integrata degli asset immobiliari italiani. Il progetto nasce per rispondere alla crescente esigenza di modernizzazione del settore, puntando su governance di eccellenza, tecnologia e investimenti ESG-oriented.

Alla presidenza e alla guida operativa della holding è stato nominato l’Avv. Massimiliano Sammarco, tributarista internazionale con oltre vent’anni di esperienza tra Europa e Americhe. La sua carriera è contraddistinta dalla costruzione di best practice in ambito societario e da una visione manageriale orientata alla trasparenza e solidità finanziaria.

Governance, tecnologia e sostenibilità al centro della strategia

Le tre leve su cui punta REFE

La strategia di REFE Holding si articola attorno a tre pilastri fondamentali:

Come dichiarato dall’Avv. Sammarco:

«REFE nasce per mettere a sistema competenze complementari e capitali pazienti, con l’obiettivo di innalzare gli standard qualitativi, di trasparenza e di sostenibilità dell’intera filiera immobiliare».

Un team con esperienze consolidate

Chi sono i soci fondatori e i membri del CdA

Oltre all’Avv. Sammarco, tra i soci fondatori figurano:

Nel Consiglio di amministrazione siedono l’Avv. Carlo Pikler, a cui è affidata la delega all’area legale e sicurezza, e l’Avv. Edoardo Molinari, entrambi esperti riconosciuti in diritto immobiliare. Il loro compito sarà quello di assicurare compliance normativa e rafforzare la reputazione del gruppo a livello istituzionale.

Un hub per investitori e stakeholder del real estate

REFE Holding punta a diventare interlocutore unico per investitori istituzionali, amministratori e stakeholder, offrendo un modello che coniuga rigore metodologico, trasparenza e performance. Le operazioni della holding saranno rese note solo al momento del perfezionamento, per garantire riservatezza e tutela del vantaggio competitivo.

L’ambizione è chiara: riqualificare il settore immobiliare italiano, integrando competenze e tecnologie per creare valore reale e duraturo per le comunità, gli utilizzatori e i proprietari di asset.